Ecco: tra vecchio e nuovo, oggi mi sento preoccupato da ciò che vedo e sento. La superficialità delle soluzioni da bar davanti a problemi veri, come il lavoro per i giovani o la gestione dell’immigrazione. Non si parla più di futuro in questo Paese. Complice la campagna elettorale, si parla solo di migranti. Come se ogni problema che attanaglia il Paese derivasse da loro. Loro che sono gli ultimi. È questa la colpa più grande di cui si sta macchiando questa destra populista e irresponsabile: trasformare il bisognoso in nemico. Il diseredato, “l’ultimo”, in primo dei problemi.Un degrado civile e morale che non risparmia nessuno. E a nulla valgono i continui appelli di Papa Francesco al mondo cattolico. Anche lui resta inascoltato, e noi nudi davanti alla nostra incapacità di stare insieme come comunità. Se vogliamo pensare che non tutto è perduto, occorre una forte presa di responsabilità da parte di ciascuno di noi. Occorrono obiezioni coraggiose, come quella di Favino a Sanremo, o del direttore del Museo Egizio,Christian Greco. L’Italia è anche questa.

Quella che resiste, nonostante tutto. Quella che non abbassa la testa, ma che lotta “per risalire la china”.

“Se non ci assumiamo le nostre responsabilità, i poveri faranno per sempre la guerra ai poveri, mentre le ipocrisie, i carrierismi e le poltrone vinceranno sempre. Stava succedendo qualcosa di irreale in Italia: i ladri si vantavano di esserlo, i poveri erano al limite della sopportazione: una caduta di stile, di popolo e personale. Vangelo e Costituzione continuano a indicarci la strada per risalire la china e tornare a essere un paese civile”. (Don Andrea Gallo)