il nostro silenzio

5 marzo 2018 di: Silvana Fernandez

No, non abbiamo parlato dell’ultima strage compiuta da un padre che, prima di uccidersi freddamente, ha sparato senza pietà alle due figlie ed ha ridotto in fin di vita la moglie. No, non abbiamo parlato del corpo giovanissimo di Pamela fatto a pezzi. No, non abbiamo adoperato frasi terribili quale i fatti meritano. Non abbiamo voluto ricordare lo scempio fatto sui corpi di varie donne. Scempio che la prima pagina dei giornali sembra urlare nell’articolo giornaliero, dove l’orrore è peggiore. Aggredita in casa a Macomer, in Sardegna, Martina Murgile, quaranta anni, lombarda, è stata quasi uccisa di botte dal suo compagno, ora in stato d’arresto. La donna chiede aiuto per poter lasciare l’isola. No, non possiamo dunque continuare a parlare di questo perché speriamo che il nostro silenzio, il nostro ritrarci indietro, serva a qualcosa.

Milano, ottantenne violentata in pieno giorno al Parco Nord. L’agguato risale alle prime ore di mercoledì mattina. La signora è arrivata in ospedale in un pesante stato di choc, ma sarebbe comunque riuscita a dare una qualche indicazione utile sul profilo dell’aggressore.

Corriere dell’Umbria, corrieredellumbria.corr.it/…/ Una donna, nella tarda serata di domenica 21 gennaio, è stata violentata nel parcheggio di piazzale Bosco, vicino alla stazione ferroviaria di Terni, da un uomo che poi si è dileguato. L’aggressore l’ha spinta in un’auto e poi ha abusato di lei. La vittima, ora in ospedale, … A stento dunque citiamo questi fatti e questi orrori, e mentre lo facciamo il disgusto ci assale.

Il nostro silenzio vuole essere il massimo della protesta, un passo indietro da tutto questo fin quando tutti non apriremo bene gli occhi. E vedremo se questa è una donna.

2 commenti su questo articolo:

  1. Ornella Papitto scrive:

    Cara Silvana, l’orrore che osserviamo ha una unica matrice: il disprezzo della vita altrui. Ancora più orrore se arriva da chi dovrebbe proteggere e garantire la vita dei propri figli, in questo caso, figlie.
    La violenza è la forma concreta del disprezzo che toglie valore alla persona e la lascia spezzata, impossibilitata a ricomporre la propria esistenza come era in precedenza.
    È la cattiveria e la superbia che animano chi disprezza e chi disprezza merita il disgusto, la disapprovazione, il distacco ma mai il disprezzo, quello lo lascio a chi ha scelto di rovinare e rovinarsi l’esistenza perché chi disprezza è sempre dannato.

  2. Serena scrive:

    Care amiche di Mezzocielo non parlare di violenza è in questo momento una carta vincente. ne avete parlato dietro le righe anzi dentro ogni articolo, rischiavate, altrimenti, di mettervi alla stregua di trasmissioni televisive. Dovevamo chiedervi noi CHI L’HA VISTO?

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