Ricostruire insieme l’idea di futuro perduta dal “Corriere della Sera” del 03.03.18
…Occorre allora convincersi: da queste secche, l’Italia può uscire solo tornando ai fondamentali.La via è indicata dagli obiettivi Onu 2030. Il futuro a cui tendere è quello di una crescita sostenibile. Cioè di una crescita che impara a fare i conti con le proprie contraddizioni (ambientali, sociali, umane etc.) e che perciò si lascia alle spalle il mito della illimitatezza. Ciò significa rivedere l’individualizzazione radicale (di cui vanno pazze le élites cosmopolite contemporanee) il cui orizzonte non può che restringersi sulla propria personale esistenza.
Diciamolo chiaramente: abbiamo bisogno di un’idea più relazionale della nostra individualità, riconoscendo che la realtà non coincide con noi stessi, che c’è qualcosa d’altro oltre il nostro Io, che nessuno si salva da solo e che, per quanto potente, la tecnica da sola non basta.Insomma, oggi come ieri, un’idea di futuro passa per una nuova idea di libertà. È questa la posta in gioco della transizione in corso. In Italia come in Europa. O si riuscirà ad andare avanti, ricostruendo il nesso tra economia e democrazia, o si tornerà indietro. Le scorciatoie possono anche far vincere le elezioni. Ma spesso sono il modo per finire nel burrone.