C’era una volta a Dooling

30 giugno 2018 di: Marcella Geraci

Già nel 1929 Virginia Woolf rivendicava, per le donne, il diritto a “Una stanza tutta per sé”. Come avrebbero potuto, infatti, le donne dedicarsi alla letteratura, prive di denaro com’erano e di spazi che permettessero loro di concentrarsi, estraniarsi e prendersi quel tempo storicamente negato? Il tema dei tempi e degli spazi delle donne avrebbe interessato a lungo la storia del Novecento ben oltre la letteratura, ed oggi possiamo ancora dire che si tratti di un’urgenza al fondo irrisolta, da affrontare in un presente di precarietà e instabilità per tutti.

Tentiamo, allora, un volo pindarico dal 1928 ai nostri giorni, da “Una stanza tutta per sé”, celebre saggio della Woolf, a un libro che magari potrà anche non avere pretese di maestosità davanti alle opere della scrittrice inglese ma che può andar bene per quest’estate, sotto l’ombrellone o dove più vi aggradi. “Sleeping beauties” appartiene al genere horror ed è stato scritto, a quattro mani, da Stephen King e da suo figlio, Owen. Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 2017 negli USA, e in Italia da Sperling & Kupfer. In breve: nel carcere femminile di Dooling, piccola e tranquilla cittadina americana, una detenuta annuncia l’arrivo della Regina Nera. Da quel momento si diffonde, nel carcere e fuori, una sorta di strana epidemia, “l’Aurora”, attraverso la quale le donne si addormentano andando a finire in un mondo parallelo, “il nostro posto”. Vivranno meglio o peggio per conto loro, senza uomini? È inutile rovinare la lettura del libro raccontandone la fine. Basti dire che attorno a questa storia se ne intersecano molte altre, messe in scena da personaggi che incarnano le mancanze e le difficoltà di un’America affascinante ma difficile, dove violenza e diritti negati sono una realtà quotidiana contro cui scontrarsi. Che dire di più, se non buona lettura?

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement