Che fine ha fatto la sorella di Mozart ?
Un interminabile filo, quasi un identico copione, sembra legare le donne musiciste del passato, una moltitudine di giovani e promettenti talenti femminili che rimarranno nell’ombra, tra le pieghe della storia della musica per lasciare il passo, in ossequio ad inclementi regole e convenzioni sociali, a padri, mariti e fratelli dalle doti artistiche non di rado inferiori cui, invece, veniva spianata la strada del pubblico riconoscimento e la consacrazione al successo. Come per tante altre giovani promesse della musica, anche per Maria Anna Mozart, al giro di boa del raggiungimento dell’età adulta, vocazione e talento musicale saranno costretti a vegetare all’ombra del fratello Wolfagang che, invece, diventerà ben presto celebre. Nannerl, come veniva chiamata, ancor prima e ancor più del fratello aveva rivelato uno straordinario talento musicale, molto apprezzato sia dai maestri cui fu affidata l’educazione musicale di entrambi, sia durante i concerti che il padre organizzava per loro in tutte la capitali d’Europa; “a soli 12 anni, la mia piccola ragazza è tra i migliori pianisti d’Europa” scriveva di lei il padre, anch’egli compositore ed ottimo maestro di violino.
Quando, però, le finanze di famiglia non permisero più di sostenere entrambi i figli negli studi e nel tour dei concerti, ad essere interrotta fu solo la strada di Nennerl che ormai, raggiunta la soglia dei 18 anni, dovette piegarsi alle inesorabili regole sociali e cedere il passo a Wolfgang. Era giunto per lei il tempo di impersonare “l’unico ruolo confacente” al genere femminile, di moglie e madre. Venne così data in sposa a un ricco barone vedovo, già padre di 5 figli cui si aggiunsero gli altri 2 nati dal loro matrimonio. Una vita da percorrere sui prestabiliti binari delle convenzioni sociali in cui, anche a causa del suo carattere docile e remissivo, non vi fu più spazio alcuno per la per la musica. Solo alla morte del marito la sua più grande passione poté riemergere e Nennerl poté riprendere a suonare e a comporre.
Di quella rinnovata attività di compositrice, tuttavia, poche tracce rimangono oggi nella storia della musica. Storia ancora una volta di esclusione e disconoscimento delle potenzialità femminili, che conobbe il suo culmine con la diffusione del cristianesimo. Nel 367 d.C. ,infatti, con il consiglio di Laudicen veniva sancita la proibizione nelle chiese del canto femminile, fonte di fascino tentator.
Alla voce e alla vocazione musicale delle donne, da allora e per molti secoli, fu concesso di dispiegarsi solo al chiuso dei conventi.
Cara Gianna Sciacca, grazie per queste informazioni preziose e fondanti dell’identità femminile.
Così Maria Anna Mozart esiste. Brava Gianna. Chissà se si può ritrovare qualcosa del suo talento da qualche parte sarebbe bellissimo.
Con stima e condivisione di intenti
Maria Lo Bianco
magnifica scoperta, anche se è triste pensare che la sorella
di Mozart dovette rinunciare ai suoi sogni.
Speriamo che qualche altra artista, prima o poi, la riporti in scena