Un’occhiata fuori d’Italia
Prada è una delle prime aziende (forse la prima?) del “Made in Italy”: producendo e vendendo borse, scarpe, vestiti è diventata leader mondiale del settore “lusso”.
Come si muovono questi giganti della produzione manifatturiera italiana? Esaminando i luoghi delle vendite e le nazionalità dei compratori. Che per Prada significa Cina, e ancora Cina. Il 20% della produzione Prada è venduta in Cina, ma calcolando gli acquisti di prodotti Prada che i cinesi (e le cinesi) fanno da turisti in Europa e in America, il direttore generale dell’azienda (Bertelli, intervista su Repubblica, 11/6/18) ci informa che complessivamente il 36% della produzione Prada è comperata dai cinesi.
Ora si fanno le previsioni di vendita dei futuri acquirenti cinesi: non solo dei “milleanilis”, ma di quella che viene chiamata la “generazione Z”, i ragazzi nati dopo il 2000. Dice il Bertelli: “Questi ragazzi svilupperanno un modo di vivere diverso. Li stiamo già studiando, vogliamo capire come coinvolgerli”.
Ancora non hanno finito la scuola, ancora (forse) non hanno dato e ricevuto il primo bacio, e una industria – a decine di migliaia di kilometri di distanza – sta già studiando i loro comportamenti e desideri, e progettando i tipi di zaino, il colore delle scarpe e la forma sbilenca delle camicia che domani e dopodomani indosseranno.
Questo è il capitalismo, bellezza!
Cara Simona, il capitalismo è una cosa molto brutta, la pubblicità è bruttissima, la moda è un commercio-parola significativa- molto brutto. Dietro c’è il vuoto più devastante, senza contare i retroscena. I ricatti sessuali a cui sottostanno spesso i modelli e le modelle che offrono i loro corpi nelle esibizioni, sulle passerelle, negli incontri.
E le donne sono i corpi più sfruttati dalle pubblicità dalle macchine ai cosmetici agli assorbenti alle medicine a tutto il vendibile il pubblicizzabile a scopo di soldi, di lucro. C?è una corsa all’arricchimento spaventosa da parte dei commercianti e la pubblicità ne è l’espressione più dichiarata. Senza contare l’uso delle bambine e dei bambini negli slogan e negli spot, brutto e pericoloso.
Tua
Maria
Cara Simona,
approfitto di questo spazio aperto, non ho il tuo numero di telefono, per chiederti se mi puoi aiutare a contattare la professoressa Anna Maria Ruta che certamente conoscerai.
Ho bisogno di mettermi in contatto con lei per avere la possibilità di contattare un’altra mia professoressa del liceo Garibaldi, se lei mi può aiutare.
Ma non ho i suoi contatti. A volte la incontro anche nel mio posto di lavoro, biblioteca di Villa Trabia, ma avrei una certa necessità di chiamarla.
Mi puoi aiutare? Hai per caso il telefono della Ruta?
Grazie
tua Maria
per fortuna risolto cara Simona. esprimo vivo dolore per la perdita prematura di Rosanna Pirajno che vi mancherà terribilmente.
dovrebbe esistere una legge che vieti la morte delle persone più care.
io l’ho solo sfiorata in questi anni in questa città tra riviste e incontri in cui non ci siamo mai consociute.
tua Maria
cara simona apporfitto di questo spazio e non il faticoso fb per chiedertio se hai copia da regalarmi di Un lungo incanntesimo
scritto da te e da giovanna fiume e che ho perduto tra un trasloco e l’altro. ci tengo
rispondi se puoi da qui
ci tengo
maria lo bianco