Dedicata

31 luglio 2018 di: Francesca Traina

Non è placida la notte né le stelle a strapiombo sulla terra rischiarano il nero che si addensa.

Dateci un colore per cucirne vesti di coraggio e un’idea non peregrina che ci spinga ancora fra le trame del mondo.

Avete rinnegato un sogno più antico delle madri. Di più. L’avete seppellito senza onori nel sordido silenzio della vostra ipocrisia.

Da soli vi siete dati una risposta, ma la domanda di una terra derubata non l’avete udita.

Molto meglio svolazzare per i campi d’una lunga primavera che curvare la schiena per ascoltare il rumore dell’acqua e spostare massi per favorirne il corso.

Così docile è l’andare a volte, se la viltà accompagna.

Porteremo fiaccole fin dove il mare si distende e canterà per noi un vecchio canto di bandiere.

Ora mettete cera nelle orecchie.

Legatevi all’albero maestro ché le sirene lanceranno acuminate nella brezza note da voi esiliate.

Le scandiranno nel rosso che trascorre per strapparvi un grido, e quel gesto della mano a pugno chiuso.

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