Governo: cosa ci attende.
Di una cosa sono convinti quasi tutti gli italiani, quelli che tifano per Salvini e quelli che lo subiscono, si tratta del suo forte protagonismo politico, esercitato ovunque e comunque nei modi che ha individuato come più efficaci. E’ lui, infatti, il vero premier di riferimento. Lo è facilmente, se vogliamo, rispetto a un Conte presidente del Consiglio, e a un premier dimezzato qual è divenuto Di Maio che, comprendendo il rischio di un’eventuale, se pur temporanea, uscita di scena, ha dovuto fare, con mossa strategica, un notevole sconto alle sue accanite ambizioni. Probabilmente, lontano dalla dovuta consapevolezza e dalla necessaria lungimiranza di chi cavalca questa tigre, non ne aveva quantificati prezzo personale e conseguenze di coalizione.
Ora che ne ha la misura corre ai ripari, ma ottiene poco. Aumenta dislivelli d’alleanza governativa rispetto a polemiche e perplessità che il settore lavoro si porta dietro, mentre il suo “ sodale non sodale “continua, con apparente semplicità, a guadagnarsi tripudi di piazza.
Lui, a questa piazza ripete a gran voce: “ mentre chi era al governo, coccolava i poteri forti noi stavamo vicini ai bisogni della gente”. In realtà, mentre sulla prima parte della sua dichiarazione si potrebbe, in qualche modo, discutere, alla vicinanza dei tanti (che poi alle urne votano, e come!), c’era già da qualche tempo un tal Matteo Salvini che aveva rispolverato una Lega a pezzi. Sotto processo e arroccata in Padania, Salvini riusciva a ripresentare la Lega come un partito chiave che, senza se e senza ma, avrebbe abolito la legge Fornero (attualmente ben conservata), coprendo ogni necessità di governo con un’occupazione primaria e di stragrande coinvolgimento.
Prima di tutto, spazzar via i migranti: che cadano in fondo al mare o si facciano seviziare in casa loro, l’importante è non essere noi i soli a aprire porti e frontiere.
Poi slogan ripetuti di falsi buonismi e accomodamenti preceduti dal ” Per me vengono prima gli italiani”. Una facile e fatale droga di cui una maggioranza d’italiani, ahinoi, aveva bisogno, attecchita sul precario equilibrio in cui, e va detto, si cullavano tanti paesi europei.
Salvini, ormai ospite quotidiano di ogni rete Tv, si sta ora giocando le sue carte ottenendo credito e non sembra voglia fare alcuna marcia indietro crogiolandosi tra un bagno nella piscina di una villa sequestrata a un boss e una vistosa presenza sul palco mentre assiste al palio di Siena, con ostentata soddisfazione. Non più rossa. Ma era rossa, signor ministro ? E tu, quand’è che riconosci e sancisci il rosso della sinistra e il nero divenuto verde di una destra?
Se non ricordiamo male, fu Massimo D’alema (oggi in buen retiro) in tempi non sospetti, a definire la Lega come una costola della sinistra. Pensiamoci: Salvini è uno e riconoscibile e nessuno gli fa le pulci a fianco, come accadde a un altro, a conti fatti più sprovveduto, Matteo. Lui, cominciamo a vederlo fuori da ogni così è se vi pare. Per il Movimento 5Stelle dobbiamo ancora soprassedere: c’è una grande varietà di personaggi ma non un leader, una gran quantità di dichiarazioni ma non una formula compatta. Infine, meditate signori Gentiloni e Calenda, meditate: l’alternanza non è facile e bisogna stare attenti agli amicucci di merendina, se fatalmente li individuate come futuri partner!.
Non ci resta, forse, che rifarci ingenuamente ai corsi e ricorsi storici, e aspettare.
Ma ” a nuttata”, in verità, almeno a una certa parte d’italiani, appare lunga da passare
Giustissimo inveire contro Salvini, ma ritengo che tutti quelli che sono al governo sono complici e corresponsabili. Non faccio distinzioni fra lega e 5 stelle. Hanno la stessa testa, chiusa come un muro.
Mi pare esagerato dare tutto questo spazio celebrativo a questo signore.