Allarme ignorato?
La tragedia del canyon del Pollino, con i suoi 10 morti travolti da uno tsunami di fango in tenuta da spiaggia, con asciugamani e ciabatte, lascia una scia di polemiche con una domanda insistente e, se si vuole, anche ingenua: ma quella gente sapeva, dei rischi cui stava andando incontro? Qualcuno li aveva avvertiti?
Pare che di allerta meteo ce ne fossero state tre: tutte di codice giallo che in questa zona significa serio pericolo. Il grave rischio, in quell’area meravigliosa che attraversa per 18 chilometri il Parco del Pollino con gole profonde centinaia di metri che accompagnano il percorso del ruscello, era evidente viste le condizioni meteo ma chi è morto, o ha rischiato di morire, non lo sapeva?
La riserva delle Gole del Raganello è una zona dove l’accesso non è controllato e le informazioni ai visitatori sono pressoché assenti. Omicidio e lesioni colpose, inondazione e omissione di atti di ufficio. Sono questi i reati ipotizzati nel fascicolo, al momento senza indagati anche se la lente degli inquirenti si concentrerà presto sulle istituzioni responsabili della riserva a cominciare dall’Ente che la gestisce e i quattro Comuni che ne fanno parte (San Lorenzo Bellizzi, Civita, Cerchiara di Calabria e Francavilla). Una gestione che avviene senza un regolamento, in teoria previsto dal decreto di trent’anni fa che istituiva la riserva ma, di fatto, mai approvato.
“La bozza di regolamento per i servizi di gestione della riserva non ha mai avuto il via libera definitivo, questo spiega in parte la gestione confusa che peraltro fa riferimento a più istituzioni – spiega il procuratore capo di Castrovillari- da una parte l’ente responsabile e dall’altra i sindaci di quattro Comuni dell’area. Le escursioni, con persone spesso inesperte, che più che ‘guide’ sono accompagnatori, e non a caso fanno firmare una liberatoria per evitare qualsiasi responsabilità, sono a pagamento – per questo forse si preferisce rischiare, magari sottovalutando le reali condizioni meteo”
E restiamo tutti qui a chiederci come si fa, in una giornata di vacanza, quando si arriva da turisti in una località che non si conosce, a sapere che quel giorno, in quel luogo c’è un’allerta meteo?
Perché le persone erano lì, a godersi quella bellezza naturale, fidandosi di una guida reputata esperta, come forse è accaduto a tanti di noi in numerose circostanze. Ed è a quelle vittime ignare, cittadini di un’Italia che oggi marcia nella confusione e nella solita ricerca di chi dovrà pagare, che va tutta la nostra solidarietà e tutta la tristezza per le giovani vite spezzate.