MEDITERRANEA – La via di terra a Palermo
E’ domenica mattina del 28 ottobre : artisti e intellettuali della città stanno per salire sul palco del teatro Politeama di Palermo per dar vita a Mediterranea- la via di terra, il progetto a sostegno di
Mediterranea Saving Humans, la rete civica che sta garantendo la presenza nel Mediterraneo della nave Mare Jonio, che assicurerà il monitoraggio nel tratto di mare tra Libia, Malta e Italia affinchè l’umanità, quella di tutti, non anneghi nel silenzio e nell’indifferenza.
Ho accompagnato la nostra Simona Mafai sul palco. Siamo dietro le quinte.
Sento la voce di Evelina Santangelo, che ha organizzato l’evento, e di Alessandra Sciurba, perfetta portavoce di Mediterranea : l’ho conosciuta ragazzina , ai tempi del Laboratorio Zeta e della Rete Antirazzista Siciliana, anni 2001-2006. Mi viene in mente l’estate della Cap Anamur, la difficile organizzazione delle prime manifestazioni contro le deportazioni a Lampedusa, il campeggio antirazzista a Licata (stare dove le cose accadono erano le parole guida). E anche oggi bisogna stare dove le cose accadono “ dove non vorremmo essere ma dobbiamo essere per affermare la nostra umanita’”. Ecco perché Mediterranea.
Ed Alessandra è ancora qui , sulla via di terra, così come Luca (suo marito nonchè attivista di lunga
esperienza) è sulla via di mare, sulla Mare Jonio. “Ci sono nel nostro paese migliaia di persone che vogliono
attraversare la linea di confine che unisce e venire a bordo con noi” – dice Alessandra . “Questa di oggi è la
mobilitazione del mondo dell’arte in nome dello stato di diritto e di un principio in cui crediamo molto :
Simona Mafai fa uno dei primi interventi : legge un brano tratto dal libro “Non siamo rifugiati” di Agus Morales che ci parla della vastità e della varietà della galassia di chi si muove per ragioni umanitarie o economiche (rifugiati, migranti economici o semplicemente persone?) dagli Stati dell’Africa verso l’Europa o dall’America del Sud verso l’America del Nord : allontanare immagini di violenza pensando che non ci appartengano può produrre l’unico effetto di vedercela restituire la violenza in forma inedita senza che alcuna frontiera riesca ad impedirlo.
Isabella Ragonese legge invece un brano tratto dal libro “La Frontiera” di Alessandro Leogrande che descrive il naufragio a poche miglia da Lampedusa di un barcone che si inabissa nell’acqua invasa dal carburante : restano i corpi , tutti neri, allineati sulla sabbia.
Emma Dante (da uno schermo) propone “Corpi”, un brano tratto dal diario di bordo della scrittrice Elena Stancanelli (imbarcata sulla nave Burlesque in mare accanto al rimorchiatore Jonio).
Paola Nicita ci mostra immagini di installazioni artistiche che parlano di confini e migrazioni, mente
Marco Damilano (anche lui da uno schermo) legge un brano tratto dall’Elogio della Mitezza di Norberto Bobbio, aggiungendo che , in un tempo come quello in cui viviamo popolato di protervia e di abuso di potere ostentato, la mitezza rimane una frontiera che possiamo ancora attraversare per sconfiggere l’odi
Beatrice Monroy e Gian Mauro Costa recitano brani di Bob Dylan, Bob Marley, Bruce Springsteen, Youssif Ndour e Ivano Fossati.
Yusif Latif Jaralla ci offre una delle sue meravigliose narrazioni che ci parlano di guerre e di fughe in diversi idiomi, arabo…italiano…e ancora arabo, dove la parola Baghdad echeggia angosciosamente.
L’attore Vincenzo Pirrotta interpreta con versi di Eschilo e parole di sopravvissuti la cronaca di un naufragio di 78 eritrei : “solo in 5 siamo arrivati…”-
E il suo urlo soffocato in gola gela la platea.
Le note di Olivia Sellerio e del suo Quartet ci raccontano storie di tratta e di resistenza
Tanti sono gli interventi sul palco, più di 40. Il pubblico è attento e coinvolto. Questa di Palermo è solo una tappa del reading collettivo di finanziamento della Mare Jonio. Il cammino continua. Tutti siamo Mediterranea.
Vuoi contribuire anche tu? Contatti : mediterranearescue.org
La descrizione della Grillo è stata precisa e sentita ma ognuno di noi porterà le proprie emozioni dentro il cuore a lungo. Voglio mandare un abbraccio e un grazie particolare a Simona Mafai, simbolo e vessillo di noi donne.