Questo tempo inquieto
Non so se avremo la capacità di raccogliere gli avanzi di questo tempo inquieto e di andare oltre, nello spazio veloce che scorre verso l’immenso poema della vita. Non so se avremo la forza di aprirci ancora al gesto ampio e calmo del pensiero che accoglie la misura delle cose. Oggi sento forte il ritmo della terra perché ne hanno scardinato il centro; le bestie hanno perduto il passo e con zoccoli duri ne sovvertono le zolle.
Il viaggio è aspro per chi non cede e procede crollando e risalendo, per chi non ubbidisce; per chi agisce e reagisce tentando di cambiare l’ordine del mondo. Questi sono giorni di un’allegria difficile e di un dolore facile, così prossimo e facile se si ruota nella giostra del mondo e se ne cerca il senso. Si resta sul crinale dissestato del dubbio dove c’è chi ne cura la regia.
E la parola, la lingua coniuga emozioni, sapienza, bellezza, in sintonia con ciò che da dentro si fa dettante e che accoglie ciò che da fuori scalfisce il cuore ed il cervello e in noi viene per significarsi. Ma c’è una violenza nel linguaggio, nella parola alienata che esprime rabbia e che non sa più coniugare la mente e i suoi movimenti sintonici. Oltre c’è lo strappo, l’abisso in cui sprofondano parola e senso che non abitano più i luoghi della mente.
È una zona buia, scomposta, iato da cui partono odio e razzismo, guerre, bagliori di fuoco, di furore, di brutalità. In quella zona ciascuno/a ha scostato se stesso/a da sé per mostrare la propria separazione da tutto, la propria solitudine rabbiosa, l’idea di una salvezza che vive solo nell’annientamento dell’altro/a.
Oggi il freddo dell’anima impatta contro il caldo di questo autunno.
Qualunque cosa scriva Francesca Traina si nota la sua vera vena—Quella poetica
complimenti per la poesia di sapore autunnale su questo nostro tempo inquieto.
pippo