Sempre lui, Grillo!
Non mi meraviglio del fatto che Beppe Grillo, sempre lui, si sia così miseramente sbizzarrito a sollevare polemiche prendendo di mira, questa volta, le persone autistiche per farsi gioco degli avversari politici. Mi lascia senza parole una platea che osanna una battuta di cattivo gusto come questa. Mi lascia perplessa che un’italiana, una signora italiana, abbia dato della negra alla vicina di posto in treno e preteso di farla sloggiare, benché avesse regolare prenotazione. Sempre più, in tv, sembra che solo il linguaggio sboccato riesca a strappare l’applauso liberatorio del pubblico in studio.
Questa lunga dittatura dell’idiozia ha generato un certo rigetto delle buone maniere, la bontà è definita buonismo, scambiata per ipocrisia, la cattiveria è diventata umorismo.
Ma, al mondo esistono anche gli altri, e non solo il partito che al momento vanta il maggior numero di iscrizioni, e attaccare chi applaude senza criterio o non dare il giusto peso alle parole, oggi può sembrare una polemica esagerata, domani può sfociare nella visione razzista di una classe che si avvicina, sempre più, alla banalità del male.
La grossolanità può suscitare qualche risata. La volgarità è una categoria dello spirito, come il fascismo.
Quando un eurodeputato impugna la scarpa, con un gesto definito una “goliardata” dai media, la volgarità è ormai integrata nei comportamenti, sia pubblici che privati. E Grillo, come si diceva un tempo, cavalca la tigre.