Estendere la democrazia, non minacciarla
Una proposta di riforma costituzionale, è attualmente all’esame del Parlamento.
Si tratta di una faccenda po’ complicata, ma è bene sapere di che si tratta.
Si propone di instaurare i referendum propositivi (che propongano cioè nuove leggi, mentre oggi la Costituzione consente solo referendum abrogativi, che cancellino in tutto o in parte leggi già esistenti). La questione era già stata posta – tra le numerose altre – nel Referendum promosso dal Governo Renzi, e bocciato il 4 dicembre 2017 . Il pericolo è che attraverso referendum di questo tipo, una minoranza della popolazione imponga la sua volontà alla maggioranza, scavalcando il Parlamento. I referendum sono la esplicitazione della “democrazia diretta”, mentre il Parlamento è l’incarnazione della “democrazia rappresentativa”. Ha scritto Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale: c’è il pericolo che “la democrazia diretta si mangi la democrazia rappresentativa”.
Ma l’esigenza di moltiplicare le occasioni in cui l’elettorato è chiamato a pronunciarsi è molto sentita, anche a sinistra (ed in particolare dalle donne). Auspichiamo che la proposta di legge per i referendum propositivi si arricchisca e preveda condizionamenti e limiti, che oggi mancano: obbligo di un numero significativo di firme per richiederne l’indizione, quorum significativo di partecipanti e di SI, per renderne valido il risultato, precisazione di diritti indisponibili su cui non è possibile indire referendum, accettazione condizionata da parte del Parlamento dei quesiti referendari. Su questi ed altri dati la discussione è in corso tra le diverse forze politiche, per cui non è escluso che la proposta di legge, presentata da una deputata del M5s, che ha già accolto alcune modifiche proposte dal PD, vada effettivamente in porto.
Potrebbe essere il primo caso, in questa legislatura, di una proposta di legge, presentata da un componente della maggioranza governativa, migliorata, e poi forse approvata, col contributo dell’opposizione di sinistra.
sarebbe una bella occasione di progresso sociale, purché non si preveda una risposta elettorale via web, che
potrebbe prestare il fianco a manipolazioni di vario genere.