Prendiamo la parola – la terza assemblea cittadina delle donne a Palermo
Europaperchè: per un’Europa ambientalista, femminista e progressista, che abbia al centro dei suoi percorsi l’attenzione ai cambiamenti climatici, alle migrazioni, ai diritti, al Sud. Questi gli argomenti, già individuati nell’incontro di settembre (“Vogliamo rimanere in Europa e accrescerne la coesione. Quell’Europa che pure critichiamo in molti suoi aspetti e che vorremmo invece si avvicinasse all’ideale dei fondatori, quello di una terra di libertà, di apertura e di civiltà”), affrontati sabato 2 marzo presso lo spazio Perriera dei Cantieri Culturali nel corso della terza assemblea cittadina di “Prendiamo la parola” dopo gli appuntamenti di settembre e dicembre. Mi piace cominciare il racconto dell’interessantissimo dibattito, che è durato tutta la mattinata, cominciando dall’intervento della nostra Simona Mafai, fondamentale promotrice di “Prendiamo la parola”. – “Il nostro scopo? –ha detto Simona- Non siamo un’associazione. Vogliamo prendere la parola perché vogliamo che anche altri prendano la parola. Vogliamo stimolare. Abbiamo cominciato a pensare a queste modalità d’azione ad agosto 2018 quando pareva che esistesse solo l’afasia politica. Gli unici confini che diamo al nostro agire sono quelli dei diritti, della libertà delle donne, della democrazia rappresentativa. Dobbiamo proporre temi che possano essere discussi da tutti e dobbiamo impegnarci per l’Europa, oggi. Domani? Passeremo ad altro…forse al Comune di Palermo…vedremo”.
Ma torniamo indietro nella cronaca della mattinata. E’ Bice Agnello che apre gli interventi fissando i punti fondamentali su cui concentrare l’azione politica in vista delle importanti elezioni Europee del 26 maggio prossimo:
- affermare la necessità di rimanere in una Europa che si avvicini agli ideali dei fondatori in tema soprattutto di libertà, diritti umanitari e diritti delle donne;
- dire NO alle politiche della coalizione VISEGRAD;
- esigere la massima attenzione alle tematiche del clima e della diversità;
- respingere il razzismo e il linguaggio “muscolare “di certi esponenti politici (alla rozzezza del linguaggio che anticipa da sempre i razzismi bisogna contrapporre forza gentile e solidale).
Bice ci presenta poi alcuni movimenti-partiti che oggi basano su questi principi la loro azione politica contrapponendosi allo schieramento Visegrad: conosciamo già in Italia “Più Europa” e “Siamo Europa” (manifesto Calenda). Forse conosciamo meno “Primavera Europea” (European Spring, DiEM25-Democracy in Europe Movement 2025). Si tratta di un movimento transnazionale, fondato nel 2017 con il sostegno dell’ex ministro della finanza greco Yanis Varoufakis e presentato a Napoli a marzo 2018 con l’appoggio del sindaco De Magistris, ispirato a una visione condivisa di Europa possibile con al centro la democrazia, la sostenibilità e la solidarietà. E forse conosciamo poco anche Volt, altro movimento transnazionale fondato da studenti Erasmus nel 2017 come risposta alla Brexit (esponenti italiani Andrea Vanzon e Simona Vinci) che pensa ad un’Europa federale con Primo Ministro eletto dal Parlamento europeo e Presidente eletto con suffragio popolare, sempre nel rispetto della democrazia e dei diritti.
La proposta di Bice è che l’assemblea cittadina delle donne faccia propria la decisione di organizzare banchetti a Palermo, soprattutto nei quartieri popolari, presentando documenti delle varie formazioni elettorali che difendono e portano avanti una stessa visione di Europa, sicuramente da migliorare, ma da preservare.
Gli interventi vanno avanti e sono davvero tutti stimolanti. Ne cito alcuni.
Angela Errore (ufficio Garante infanzia e adolescenza del Comune di Palermo) parla del percorso dei tutori volontari costruito a Palermo per dare sostegno, non solo affettivo, ai minori stranieri non accompagnati nel cammino giuridico e amministrativo che devono affrontare, ponendo l’accento sulla necessità di avere politiche europee solidali.
La consigliera comunale Valentina Chinnici pone l’accento sul “no alla secessione dei ricchi” (come la chiama l’economista Gianfranco Viesti) con riferimento alla forma di autonomia rinforzata richiesta dalle Regioni Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e alla situazione pericolosa che potrebbe essere determinata da un esito delle elezioni europee conforme all’attuale politica nazionale italiana, che continua ad affermare l’idea di un Sud sprecone volendo avallare la necessità di una “secessione” delle regioni virtuose. Valentina parla in proposito di violazione dell’Art.33 della Costituzione italiana che sancisce che arte e scienza sono libere e pubbliche come l’insegnamento, che, se è privato, non può comportare oneri per lo Stato. L’attuale governo italiano ha l’obiettivo delle scuole regionali, quindi –dice Valentina- occorre opporsi con forza e puntare a un’Italia che resti unita dentro un’Europa unita.
Anche Eleonora Vasquez parla di Primavera Europea, e illustra gli obiettivi del movimento DiEM25 definendo europeismo anti sistemico quello portato avanti da questo movimento che non solo è “giovane”, ma anche “di genere”, in quanto molti giovani e giovani donne ne fanno parte.
Palmira Mancuso, di “Più Europa”, insiste sulla necessità di portare avanti in Europa le questioni legate alla parità di genere e alla presenza femminile nelle istituzioni europee (differenze tra Nord e Sud: Italia negli ultimi posti).
Angelina Nogara di “Siamo Europei” (manifesto Calenda) parla della proposta politica del suo movimento che tende ad arginare il pericolo sovranista e populista con una strategia elettorale che mira a non far perdere voti utili all’Europa (listone che non faccia sprecare voti a causa dello sbarramento del 4% con cui devono misurarsi i vari singoli movimenti).
Piera Palermo di “Volt” parla della nascita di questo movimento pan-europeo che ha assunto simbolicamente il nome dell’unità di misura del potenziale elettrico di energia, per dare un’idea di quello che vuole creare in Europa. Il movimento è presente in 30 paesi europei, ha una visione critica sull’Europa attuale, ma è fermamente convinto che si possa e si debba migliorare con un rafforzamento della dimensione economica, con una maggiore attenzione per le fonti di energia rinnovabile e con una riforma delle leggi elettorali europee (la raccolta firme per consentire la partecipazione ai nuovi partiti ha regole diverse nei vari paesi europei). Volt vuole trovare una via –dice Piera- che canalizzi le energie politiche delle persone.
Profondo e immaginifico, come sempre, l’intervento di Gianfranco Perriera, che parte dalla forte analogia tra le navi dei migranti e il mito di Europa : in entrambe le storie si approda ad un lido straniero rischiando di subire violenza. –“ L’Europa che vogliamo – dice Gianfranco – è quella che non accetta la morte, è quella che lega, come diceva Rilke, la tradizione alla critica della tradizione, quella che riesce a dare a tutti la possibilità di essere umani. Si può vantare merito anche se non hai fatto nulla? Che significa prima gli Italiani? Che cosa abbiamo fatto in questi ultimi 30 anni? – continua Gianfranco- diceva Marx che i più inaffidabili sono i sottoproletari, e noi ci siamo comportati da sottoproletari, scarnificando coscienze e imbarbarendo spiriti. E’ tempo di rimediare. Nelle favole medievali c’era il Castello (rifugio) e la Foresta (selva, terra di nessuno), noi rischiamo di rimanere solo foresta se non tuteliamo il Castello”. Voglio chiudere la rassegna degli interventi con le parole di un’insegnante, Stefania Macaluso, che cita Simone Weil dicendo che in Europa è necessaria una battaglia immane contro derive di massa come il populismo e il sovranismo. “La Weil -dice Stefania- ci parlava della forza della verità: la conoscenza razionale, superando la conoscenza viscerale, può dare la possibilità di rifondare. La parola delle donne deve andare verso la profondità, e la parola è profonda se è accogliente, se è umana, se può attraversare l’indurimento dei cuori”.
A fine mattinata sono tanti gli stimoli che attraversano la sala. Molte lasciano la loro email per organizzare i tavolini proposti da Bice. Molte appuntano sui maglioni le spillette create da Rita Gasdia: sotto gli occhioni di Betty Boop (fumetto anni 30), una scritta “Contro la cultura dell’odio, gentilezza. Prendiamo la parola”.
Buon lavoro a tutte.