È primavera
E’ primavera, il risveglio civile, le manifestazioni di un popolo che comunque non ha perso la voce, gioioso malgrado tutto, gli anni difficili, le carenze dell’assistenza sanitaria, le tasse, le stime delle agenzie di rating, l’inquinamento…
E così le piazze si rianimano, oggi per i migranti, domani per le morti sul lavoro, poi per i cambiamenti climatici, le donne, la famiglia…e avanti con la musica, da Bella Ciao ai tamburi, gli slogan, le bandiere, le installazioni, come se la festa non avesse fine.
E mentre l’entusiasmo civile ci scalda il cuore, passano principi osceni come il diritto di uccidere, non un feto, ma un essere umano già sviluppato in tutto, meno che nel cervello, probabilmente, che ha commesso la grave colpa di spaventarvi a casa vostra o in un territorio di vostra competenza,
come un cantiere, un negozio, un terreno agricolo. Certo, bisogna spaventarsi per bene per imbracciare un fucile o una pistola, ma chi va a misurare la paura? La paura è un’emozione, non uguale per tutti, varia con l’età, la condizione sociale, l’educazione.
Come si farà a non giustificare un delitto, commesso dentro le mura domestiche, forse per sbaglio o con la precisa intenzione di eliminare un coniuge scomodo? D’altronde la tempesta emotiva, come ha già decretato il giudice del processo di Riccione, che ha dimezzato la pena di un uomo che aveva massacrato Olga Matei dopo una breve relazione, può alterare la mente di un uomo e fargli commettere il più atroce dei delitti. E quella di una donna? Non si sa, ma le donne sono gli angeli del focolare, ammazzerebbero un uomo solo per legittima difesa e quindi ora potranno imbracciare un’arma con più serenità, per una volta hanno conquistato la parità in un diritto e quindi, come diceva Carmen …” prends garde a toi”