La precisione e l’ossessione
Inizia così, con una richiesta al tecnico della lavastoviglie, una richiesta di chiarimenti a causa della mia modestissima memoria e lo sguardo del tecnico era palese, impossibile da fraintendere: si trovava di fonte alla solita cliente ossessiva. Lo guardo sorridendo e lo incoraggio dicendogli che preferisco essere precisa, così posso garantire lunga vita alla mia lavastoviglie perché m’interessa il risultato. Ancora sorridendo, gli faccio notare che non sono alla ricerca della perfezione, perché non esiste tra gli umani ma, della precisione, quella sì, di quella cerco di non farne a meno, sempre a causa della mia memoria debole. Continuo a scusarmi affermando che la precisione mi consente di fare chiarezza mentre la ricerca di perfezione conduce al delirio d’illimitatezza, contrario al concetto di finitezza dell’essere umano.
Il tecnico ascolta e mi fa notare che incontra una miriade di clienti illimitati, che non tengono conto della sua esperienza decennale e coltivano la pretesa di poter gestire meglio la situazione rispetto a lui stesso che, nel frattempo, ha imparato ad ignorarli. Sorridendo gli dico che ho solo la necessità di ridurre gli errori nei passaggi che lui stesso deve fornirmi chiaramente, senza offrirmi la possibilità di interpretare e di fare confusione a distanza di tempo. Gli faccio così notare che l’ossessione non è la ricerca della precisione ma della perfezione e, personalmente, con la perfezione ho avuto sempre qualche piccolo problema. Ci guardiamo e cominciamo a ridere e, affondando di più il bisturi, capiamo entrambi che le persone ossessive, quelle che incontra, ricercano la loro perfezione rispetto alle cose e agli altri che rimangono, ai loro occhi, sempre imperfetti e sono ritenuti la causa della loro infelicità perché impossibilitati a raggiungere l’agognata perfezione.
Siamo divertiti ed entrambi con gli occhi sgranati, stupiti, perché abbiamo intuito che la loro direzione, la loro ricerca della perfezione è palesemente errata. Chi si mette alla ricerca della perfezione? E’ esso guida o conduttore? In siciliano, rende di più usare il verbo “cunnucere” e inizia l’esplorazione: “guida: persona che, precedendo o accompagnando o anche solo indicando, insegna il camino da seguire. (Treccani web)”. “Cunnucere: Trasportare, specialmente a un posto predestinato. Dirigere un gruppo (d’animali) in una direzione specifica. Vocabolario Siciliano.
Se accettiamo le due magnifiche definizioni, comprendiamo bene che chi ricerca la perfezione “cunnuce” mentre chi ricerca la precisione guida se stesso e guida l’altro, contemporaneamente e, chi guida, assume su di sé la responsabilità delle azioni proprie e dell’altro, mentre chi “cunnuce” scarica irrimediabilmente sull’altro la responsabilità del fallimento delle sue azioni e della sua infelicità.
Da una conversazione tecnica e neutra è emerso l’indicibile.
Lenti per osservare, semplici lenti per osservare i risultati delle azioni di chi si considera perfetto, presuntuosamente e per chi confonde ancora la precisione con l’ossessione.