L’Italia che non dimentica
« Non c’è contrapposizione fra liberazione dal nazifascismo e lotta alla mafia. Sono entrambe battaglie di tutti gli italiani, non di alcuni politici. Salvini dovrebbe ricordare che la Liberazione è la festa dell’orgoglio nazionale e dell’indipendenza dai tedeschi, e non fu la lotta di un partito politico».
Queste sono state le parole di Simona Mafai, in una bellissima intervista pubblicata da Repubblica il 25 aprile, per non dimenticare chi ha perso la vita per riscattare la dignità del nostro Paese. Un’intervista in cui emerge la saggezza di una combattente che, con serenità affronta una società sempre meno idealista, prendendo, come sempre, la parola contro l’odio. Non dobbiamo dimenticare mai che la democrazia è giustizia, speranza per i figli. È pace.
Il corteo più imponente, come ogni anno, è stato quello di Milano. Cortei, musica, dibattiti e proiezioni anche in tutta Italia.
In Sicilia, da Palermo a Catania a Messina, le iniziative sono state numerose. A Palermo, nella sede di Arci Porco rosso di piazza Casa professa un momento dedicato al ricordo di Giorgio Colajanni, con la proiezione di un brano del documentario “Con gli occhi di Pompeo”, seguita dalla presentazione della brochure “Partigiani di Sicilia in Europa”. A seguire è stato presentato il libro “I siciliani nella Resistenza” con l’intervento della giornalista Giuliana Sgrena, Enzo Campo, segretario generale Cgil Palermo, e Carlo Verri, co-curatore del libro. Alle 19 a piazza Casa Professa: “Pane e Giustizia”, performance teatrale del Teatro Atlante sulla strage del pane del 1947 e a seguire cena sociale e musica dal vivo.
Una grande condivisione partecipata per ricordare che giustizia sociale, libertà e pace, sono valori da cui discende la nostra Repubblica. Valori e obiettivi che la nostra Costituzione propone come imprescindibili ma che da almeno trent’anni non sono più dati per scontati se è vero, come purtroppo è vero, che si riaffacciano in Italia, nelle piazze e senza vergogna, le braccia tese in saluti romani o striscioni inneggianti a chi fece scempio dell’Italia per l’interesse proprio e dei propri accoliti.
Snobbare il 25 aprile non va bene, la storia c’insegna che non dobbiamo dare mai niente per scontato.
E’ bene, invece, ricordare che la festa del 25 aprile si propone come il momento centrale, il motore ideale di un percorso di civiltà da rinnovare ma soprattutto da consolidare.