Mutualismo e femminismo
Ho partecipato, qualche giorno fa, ad un incontro organizzato a Partinico su “Mutualismo e femminismo: pratiche a confronto” ed ho sentito, nell’intreccio dei racconti di tante giovani donne su esperienze realizzate in vari luoghi per costruire solidarietà, e sui legami tra queste, una consapevolezza ed una determinazione che spazzano via il plumbeo scenario contemporaneo con straordinazia forza innovativa.
L’incontro è stato promosso dall’Assemblea Partinico Solidale, costituita da volontarie e volontari che, in risposta ad episodi di intolleranza e razzismo verificatisi nei confronti di migranti, hanno dato vita, in pochi mesi, a numerose iniziative solidali autogestite, tra cui la Casa del Mutuo Soccorso Fifiddu Robino che offre, per tutti, consulenza legale gratuita e uno “sportello sociale”per contribuire alla presa di coscienza dei diritti e all’individuazione e risoluzione dei problemi.
Le diverse esperienze su cui ci si è confrontate/i sono state costruite, attraverso lo scambio di risorse, conoscenze e attività, con l’interazione di varie realtà associative legate a reti nazionali come Non Una Di Meno e , entrambi movimenti intersezionali che propongono e agiscono risposte comuni contro sfruttamento e oppressione; in particolare, FuoriMercato si definisce come organizzazione sociale-sindacale con la struttura della rete di mutuo soccorso per la costruzione dal basso di realtà economiche in rottura con le leggi del mercato, costituita da esperienze sociali e politiche autorganizzate. Il femminismo intersezionale incontra quindi il mutualismo, libero mercato non capitalistico che mette al centro i bisogni per produrre lavoro, nella ricerca di risposte collettive ai bisogni e desideri personali, anche attraverso la rivendicazione di spazi e beni comuni.
Si sono così incontrati RiMaflow, fabbrica di Trezzano recuperata da lavoratrici e lavoratori licenziati che hanno creato nuovi posti di lavoro con esperienze autogestite, il comitato Kollontaj di Roma e lo spazio Bread and Roses a Bari, per la produzione della vodka antisessista Kollontaj, al centro di una campagna contro l’uso dell’alcool come giustificazione della violenze e che finanzierà una parte degli stipendi delle operaie/i e un caffè letterario in cui lavoreranno persone, vittime di violenza, in cerca di autonomia lavorativa.Di altre pratiche mutualistiche hanno parlato le operatrici di diverse associazioni e cooperative: Sfruttazero di Bari che opera in ambito agricolo, Contadinazioni che realizza, a Campobello di Mazzara e Partinico, coinvolgendo sia nativi che migranti, autoproduzioni contro lo sfruttamento nell’ambito dell’agricoltura sociale; a Palermo le operatricidi Handala, che opera nel quartiere Zen, del circolo Arci Porco Rosso, del progetto Cuoche Combattenti, realizzato dall’associazione Le Onde, alla cui conclusione è nata un’impresa sociale costituita da donne in percorsi di uscita dalla violenza. Scambiare saperi e risorse per costruire reti solidali, realizzare autonomia economica oltre ogni sfruttamento, sono pratiche sempre più al centro del discorso delle donne sulle donne.
Grazie, è bello vedere una comunità che cresce in consapevolezza, solidarietà e responsabilità
Identità fragili e complesse, costruttrici consapevoli e “gloriose”
di intrecci inediti per nuove comunità.
Grazie Rossella per aver dato rappresentanza
ad esperienze proposte in tutta la loro forza
germinativa di sviluppo ed emancipazione