il mistero di Donna Leon

17 agosto 2019 di: Rita Annaloro

Chissà quali alchimie determinano la fortuna di uno scrittore, specie di romanzi gialli, alcuni passati alla storia della letteratura, come Agatha Christie, Ellery Queen o piu’ recentemente Andrea Camilleri, altri spariti sommessamente dagli scaffali delle librerie, come lo spagnolo Montalban o il francese Izzo, quest’ultimo forse a causa di una morte prematura. Il conclamato successo di Camilleri lascia pensare che ancora a lungo i suoi testi, tradotti in varie lingue, ammiccheranno dagli scaffali degli aeroporti di mezzo mondo.

Da dove invece, quasi inspiegabilmente, sono spariti i gialli di Donna Leon, scrittrice statunitense trasferitasi a Venezia nel 1981. Probabilmente il suo nome è pressoché sconosciuto al pubblico italiano, perché i suoi gialli ambientati a Venezia sono stati, per sua decisione, tradotti in 23 lingue, escluso l’italiano.

Io ne sono venuta a conoscenza su segnalazione di amiche tedesche, affascinate dall’Ispettore Brunetti,protagonista dei romanzi di Donna Leon, e ho dovuto superare una certa idiosincrasia agli stereotipi anti-italiani per potere apprezzare i suoi racconti, vivaci quanto credibili. Qualcuno sostiene che la signora si avvale di informazioni riservate garantite da appoggi personali nelle istituzioni, e si oppone alla traduzione in italiano dei suoi romanzi, per evitare domande imbarazzanti.

Certo è che sia nel caso di Acqua Alta (1996) che di (2014) l’intrigo raccontato riecheggia fatti di cronaca, a volte liquidati dalla stampa locale con un veloce trafiletto. Nel primo si parla di un soldato americano della base di Vicenza invischiato in una storia di scorie radioattive interrate in Friuli e nel secondo di un povero ludopate che escogita un sistema per sottrarre libri antichi da una famosa biblioteca. Sono storie ben congegnate, descritte con mano sicura e delicata, rispettosa degli odori, suoni e colori della laguna. Non c’è da stupirsi che siano diventati bestseller internazionali, addirittura trasformati in film da produttori tedeschi, ma è piuttosto curioso che siano scomparsi persino dagli scaffali dell’aeroporto di Venezia, nonostante gli ultimi libri siano stati pubblicati nel 2016 e 2017.

Sarà colpa delle alterne sorti dei giallisti o un anatema politico ha voluto eliminare anche la piu’ lieve macchia dalla mitica città simbolo dell’orgoglio Padano?

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