Lavorare significa anche essere pagati?

27 febbraio 2010 di: Stefania Savoia

“L’italia è una repubblica fondata sullo stage” così dice Beppe Severgnini e se per molti lo stage (letto alla francese o all’inglese poco importa) rappresenta un evento formativo importante per molti datori di lavoro significa non pagare il lavoro che molti giovani, coloro che un tempo erano chiamati apprendisti, fanno.

Gli stageur difatti sono la nuova forza lavoro di questo paese perchè producono senza essere retribuiti, senza poter pretendere diritti, spesso senza potersi sindacalizzare, senza potersi ammalare e molto spesso senza alcuna prospettiva futura.

In questo triste panorama si trovano però isole di condivisione e di impegno per migliorare la situazione come l’esperienza del sito www.repubblicadeglistagisti.it.

Il  sito raccoglie annunci di stage di aziende che ,come si legge nel sito “si impegnano a utilizzare lo strumento dello stage secondo una serie di criteri «virtuosi» e quindi ” riportare lo stage ad essere un’anticamera del lavoro”. Inoltre nella sezione “Storie di stage” si può leggere di esperienze reali che raccontano come a volte gli stage diventino vero e proprio sfruttamento o come alcune aziende, per fortuna succede, sappiano fare in modo che i giovani stageur apprendano e diventino competenti nel mondo del lavoro.

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