dura lex sed lex

30 aprile 2010 di: Gisella Modica

«Il mio container è pieno di buchi e umidità. Non possiamo più vivere qui. I vigili dicono che ce ne dobbiamo andare. E’ la legge» dice G. D. M. una dei tanti senza casa che occupano l’Insula 3, allo Zen 2, finita al pronto soccorso in preda ad una violenta crisi respiratoria.

«A me hanno tolto i punti nella graduatoria perché mio figlio nel frattempo ha compiuto 14 anni. Questo pure devo sopportare. Dicono che è la legge». Dice A.A. che vive da quattro anni nel container, perché non sa dove andare, anche se c’è l’ordinanza che dice che, per legge, non ci può stare per totale assenza di requisiti igienico sanitari.

«Ormai non dormo più, sono stanca e il bambino ne risente» dice V.M. 21 anni incinta di 5 mesi, ricoverata d’urgenza per forti contrazioni, che vive nella tenda, all’Insula 3, dopo lo sgombero per dare le case agli assegnatari per legge.

«Aspettavo da 10 anni. La legge è dalla mia parte» dice P.C. assegnatario legittimo di una delle case.

«La legge è legge, e va fatta rispettare» dice T.P. dell’Osservatorio per l’emergenza abitativa, che ha organizzato in via Bonanno un sit in di solidarietà per la famiglia rom assegnataria per legge di un attico di 180 mq, ma gli inquilini non li vogliono. «Palermo è dei palermitani, dicono».

«L’assegnatario della casa che ho occupato, mi ha detto che la casa me la cede, perché lui in questa situazione non ci vuole vivere. Io invece ci voglio stare. Ma lui per legge non lo può fare. Dev’essere l’ufficio che comanda a farlo» dice R.S., uno degli 80 abusivi che ha occupato un appartamento dell’Insula 3 e lo ha arredato con tavoli, sedie e armadi, ha rinforzato la porta con la cancellata, e messo porte e finestre a sue spese. «Più cose abbiamo più è difficile che ci mandino via».

«La legge è legge» dice il vigile urbano, in prognosi di tre giorni al pronto soccorso, preso a mazzate per aver fatto sloggiare la roulotte davanti al municipio, dove viveva per protesta un anziano senza casa, che a sua volta si è fatto medicare con 10 punti al viso.

«I locali di piazzetta della pace, dove queste famiglie potrebbero trovare ospitalità, sono inagibili per un intoppo tecnico che non si riesce a superare» dice il vicesindaco. Se i locali sono inagibili, non si possono assegnare, la legge è legge, ha ragione pure il vicesindaco, che risulta incolume.

«Stiamo procedendo alle assegnazioni secondo la legge» dice l’assessore agli interventi abitatitivi, rimasto incolume anche lui.

«Cammarata cade in casa e finisce all’ospedale con due costole incrinate» informano i giornali di qualche settimana fa.

La legge è uguale per tutti, caro sindaco. Anche per chi la casa ce l’ha.

(Momber, Winter, part.)

1 commento su questo articolo:

  1. simona mafai scrive:

    Tutto vero e commovente. Ma resta inevasa la domanda: come fa una comunità a programmare e costruire case popolari
    da assegnare secondo graduatorie trasparenti, se il percorso (lentissimo!) viene continuamente intercettato da occupanti fuori lista? La figura dell’assegnatario che rinuncia dopo anni di attesa alla casa popolare che gli spetta, perché ha paura della reazione degli occupanti cosiddetti “abusivi”, è un nuovo personaggio sulla scena del teatro tragico palermitano. Che comunque ha sempre una vittima: la legalità.

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