Levanzo
Per fuggire/ il deserto del presente/-sarà poi vero?-
io mi nascondo tra le tue pieghe,/ isola.
Paura/ dei giudizi/ non della solitudine.
È questo che chiamo deserto.
Anche se adesso ho imparato a non calzare calzari di ferro
a non sferragliare.
Ho imparato il passo leggero./ Sono diventata un soffio.
Una piuma.
Delle cose succedono per mare./ Alza un’onda.
Tira un refolo di vento.
Così mi prendo pausa nella vita.
Imparo il tempo./ Ascolto un suono./ Ora acuto, ora sordo (della vita).
Delle cose succedono per mare.
E’ nella danza/ che oscilla e lotta/ e spingi e reggi/ che si compie il passaggio.
Tra il mare e il vento dove tutto è vero.
Oscilla, cade, no non cade,/ resiste Madonnuzza dei nostri/ di donna/ dolori.
I venti battono e parlano al mare.
Benvenuta o meglio bentornata tra noi, bea