lettera dalla Francia

16 maggio 2010 di: Silvana Fernandez

Francis Bacon, Papa

Si diceva anni fa che il privato è politico. Oggi il degrado della politica è tale che adottiamo il processo inverso cercando di tenere lontano il nostro privato dal politico. A volte però accadono fatti che, pur essendo strettamente personali, sono la dimostrazione di una certa vita pubblica che non ci piace più. Allora sento l’esigenza di parlare, in questo caso di scrivere, per non esplodere. Da vari giorni mi trovo in Francia in casa di uno dei miei figli. Uno dei “cervelli” fuggito dall’Italia che ha trovato la possibilità di un’ottima carriera professionale all’estero. In realtà l’espressione «fuga di cervelli» mi pare limitativa. So bene che la fuga comporta anche disagi, nostalgia, distacchi e solitudine per poter vivere con maggiore dignità e profitto il proprio lavoro. La critica negativa nei confronti del mio paese non mi ha, però, fatto diventare come quel personaggio dell’opera di Angelo Musco: l’Aria del continente a cui tutto quello che è fuori dalla patria appare migliore. Per questo quando sono all’estero, in questo caso a Bordeaux, cerco di non fare «oh» di meraviglia davanti alle strade di città e di campagna prive di immondizia, davanti alla scioltezza del traffico, alla gentilezza di persone non chiassose né invadenti e di non patire d’invidia per le operazioni antinquinamento che il governo attua ogni giorno: i Verdi in Francia sono il terzo partito. Al mio arrivo Chantal, mia nuora francese, sposta la parabola, manovra il televisore e subito Rai1 conquista lo schermo. Non sono entusiasta, ma non faccio commenti. Dopo vari giorni e dopo aver visto qualche trasmissione italiana Chantal, con espressione strana, mi dice a bruciapelo: «credo sia morto il Papa». Davanti alla mia faccia sorpresa incalza: «sì, credo sia morto il Papa! Sui vostri telegiornali non fanno altro che parlare di lui, passano continuamente le sue immagini come succede in Francia quando muore un capo di stato». Alle 20 sono davanti al televisore. Mi sorbisco telegiornali dove del Papa, vivissimo e in visita a Fatima, si parla con l’abituale enfasi e fin troppo a lungo. Rassicuro Chantal: «nessun morto. E’ abitudine di questa rete dare tanto spazio alle gesta di Benedetto XVI». La nuora sorride: «ah certo, io non capisco bene l’italiano, mi sono confusa. Si parla di lui come hanno fatto i nostri giornali, criticandolo, per lo scandalo dei preti pedofili». Mi sento a disagio. Rispondo rifugiandomi nell’ironia:« criticare il papa? Ma no! Noi lo proteggiamo; pensa che dei suoi viaggi se ne occupa perfino la protezione civile. Questo viaggio in Portogallo è in parte a spese di…» non faccio in tempo a finire che Chantal mi interrompe: «che paghino i cattolici portoghesi se vogliono la visita del loro capo spirituale, o paghi la chiesa che è così ricca». Allarga le braccia e più conciliante riprende: «chissà quanto vi sarà grato il Papa per il contributo della protezione civile; chissà, per ricambiare, quante donazioni farà agli italiani poveri!» Vorrei chiudere l’argomento perché davanti a quella giovane donna che non si occupa di politica ma adopera solo la logica per ragionare, comincia a lievitarmi dentro una sorta di furia verso il Vaticano. Mi limito a rispondere: «Benedetto XVI ha già dimostrato gratitudine al capo della protezione civile. Quando era indagato per una storia di tangenti e sexy gate l’ha ricevuto in Vaticano fra le sue pastorali braccia. In quanto alle donazioni siamo noi italiani che, se vogliamo, possiamo devolvere l’8 per 1000 delle nostre tasse alla chiesa». Gli occhi di Chantal hanno in quel momento la stessa espressione di quelli di Asterix quando dice: «ma sono pazzi questi romani?» Così conclude senza farmi sentire idiota: «che dirti? Voi italiani sarete affezionati al Papa perché vive a Roma! Però che fortuna abbiamo avuto noi francesi quando è andato via da Avignone…».

(Diego Velasquez, Papa Innocenzo X Pamphilj, 1650 c.a)

2 commenti su questo articolo:

  1. maria elena scrive:

    Finalmente!! un occhio obiettivo sulla realtà.. peccato ci sia bisogno di una francese per notarlo!

    • Francesco scrive:

      La Chiesa con il sentimento religioso (che io, da buon, ateo, rispetto moltissimo) come è noto, non c’entra proprio nulla, mi stupisce il fatto che gli uomini di religione non se ne accorgano o non vogliano ammetterlo … da circa 2000 anni!!

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