a trentanni dalla strage di Ustica, vince il cinismo

29 giugno 2010 di: Emilia Valenza

27 giugno 1980 – 2010: sono trascorsi trent’anni da quella maledetta e terribile notte sul cielo di Ustica, da quello scoppio in aria che pose fine alla vita di 81, tra uomini, donne e bambini. Vite con un futuro tranciato di netto e di notte, una notte che dura ancora, a distanza di questi lunghi anni di insabbiamenti, di segreti militari, di “ragioni di stato”.

Nella nuova trasmissione della La7 “In Onda” di Luisella Costamagna e Luca Telese, dedicata all’anniversario della strage di Ustica, tra gli ospiti in studio l’ex pluriministro De Michelis (all’epoca, 1980, ministro per i Lavori pubblici), in collegamento il “famigerato” Edward Luttwack, esperto in strategie militari e membro del gruppo di studi sulla sicurezza nazionale americana e la senatrice Daria Bonfietti, presidente associazione delle vittime di Ustica. (vedi il programma sul sito de LA 7.TV)

Un confronto che lascia inebetiti, se non offesi e ben certo consapevoli che le ragioni militari non guardano in faccia nessuno, che i morti siano uno, ottantuno o migliaia. L’intervento del signor Luttwack è stomachevole, cinico, irrisorio nei confronti del lavoro svolto dal giudice italiano e delle famiglie (e degli italiani tutti) che ancora oggi non intendono chiudere questa vicenda nel cassettino di un archivio per sempre segretato. Il suo disprezzo, mascherato dalla conoscenza della “strategia”, arriva al punto di coniare un verbo “usticare”, che significa tornare sempre intorno ad una questione per non voler accettare una verità altra, ossia che tutto è accaduto e basta, forse una bomba, forse una distrazione, forse un uccello incastrato nel motore, poco importa. In ogni caso non ci sono prove di alcun missile lanciato nella notte. E poi scherziamo, i missili sono costosi, non si lanciano tanto per fare un’esercitazione!!!

Per l’ex ministro De Michelis non dobbiamo aspettarci nulla, rassegnarci all’insabbiamento e cercare consolazione altrove, tanto le carte non appariranno mai, perché, probabilmente ad essere coinvolti, ci sono paesi stranieri. E questo era il clima della guerra fredda. Punto e basta.

Bene, a non voler mettere un punto siamo tutti quei cittadini che crediamo in un sacrosanto diritto, ossia quello che di ogni vicenda di rilevanza nazionale, si sappiano cause e risvolti, si vengano a conoscere i mandanti, si scopra quella verità così nascosta, e che, per alcuni, è la dannazione di una vita.

In parte la verità della strage di Ustica è stata consegnata dal giudice Priore (per Luttwack, sì un bravo giudice ma di quelli che si occupa nella normalità di furti di galline o di quant’altro, non un esperto di aviazione!), concludendo la più lunga fase giudiziaria della storia giuridica della nostra storia, ed è che l’aereo è stato abbattuto durante una battaglia aerea in corso sui cieli di Italia. Ma dal 1999 nessuna forzatura è stata fatta dal nostro governo sugli altri paesi coinvolti con i loro aerei, che sia Francia, America o Libia.

Forse trent’anni sono tanti, e altrove nel mondo si aprono gli archivi perché è passato un lasso di tempo necessario per far sedimentare tutti i detriti accumulati attorno alle vicende. In Italia, non è ancora così. Ma siamo in tanti, cittadini con la memoria, consapevoli della storia passata e presente, a voler sapere, ancora, ancora e sempre. E al ministro Giovanardi sarebbe bene far presente che l’opinione pubblica non si avvelena con i risultati dell’indagine investigativa del giudice Priore, ma con l’indifferenza e la connivenza del potere politico.

(Edgar Munch, L’urlo, 1893)

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