i sassi di Mila nello stagno dei democratici

26 giugno 2010 di: Marina Turco

La prof di sinistra, la donna, l’architetto, la militante e sanguigna Mila Spicola è di nuovo balzata alle cronache. Un paio di anni fa un’efficace provocazione: «quanto vale un fondoschiena oggi in Italia, ben più di un lungo curriculum». Ora l’intervento appassionato sulla scuola, alla recente assemblea del Pd al Palalottomatica di Roma con l’abbraccio finale del segretario Luigi Bersani colto in pieno dallo scossone della prof siciliana. Ecco in sintensi il suo fluviale argomentare frutto di un carteggio on line, dedicato all’attualità siciliana.

- Il Pd siciliano sta attraversando una fase complessa. L’appoggio ad una serie di provvedimenti e il dialogo con il governo Lombardo, le tentazioni autonomiste, cosa ne pensi?

«Io vivo l’urgenza delle emergenze attraverso la vita delle famiglie che incontro nelle scuole. Quando ho chiesto con schiettezza ad una mamma “secondo lei, se per far avere un po’ di tempo pieno per la nostra scuola, stringessi un accordo con Lombardo svenderei i miei ideali? E se appoggiassi la Finanziaria, per evitare un inceneritore sulla testa dei nostri figli, lei mi rivolgerebbe lo stesso la parola?” Gli occhi di quella mamma mi hanno indotta a votare per l’appoggio a Lombardo. Quando invece ho saputo delle prime indiscrezioni sui sospetti giudiziari verso Lombardo, veri o falsi che siano, mi sono subito tirata indietro».

- Nelle aule sgarrupate di Palermo parli di politica con i tuoi studenti, di legalità, di futuro?

«La politica è cultura ed educazione al senso civico. E’ assolutamente necessaria in questa città. Fosse solo per convincerli a non buttar cartacce per terra e a curare la propria città come il più prezioso dei fiori. Senso civico e coesione. E’ la ricetta che suggerisco ai miei ragazzi».

- Hai partecipato anche al progetto del Circolo architetti. Come vedi il ruolo delle categorie professionali nel dibattito politico?

«Il ruolo delle professioni nella pratica politica, non solo nel dibattito, è cruciale. Per un architetto poi a maggior ragione: i nostri strumenti sono di per se stessi politici. Il progetto è nato dalla forza dell’entusiasmo di Rosanna Pirajno e dalla capacità di impegno di Roberta Romeo e Rosalba Bellomare. Ci sono stati due eventi di dibattito pubblico importanti e utili: uno sul Piano regolatore del porto di Palermo e un altro sulla legge regionale dei rifiuti. Riteniamo molto importante il confronto, sui problemi più urgenti della città, con tutti gli attori in gioco: politici, professionisti, categorie, cittadini. Si chiama democrazia partecipata».

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