l’Unità che divide

10 giugno 2010 di: Rosanna Pirajno

Corre voce che la quasi biennale direzione, dura e intransigente, di Concita De Gregorio all’Unità sia in scadenza, che i vertici del Pd non gradiscano un’opposizione che vada oltre il «whuueee, ragassi ma siamo passi?» di Bersani versione Crozza, che a forza di ripetere «con l’antiberlusconismo non si va da nessuna parte» abbiano convinto i lettori che, in effetti, le inchieste che mettono in luce le magagne di governo e sodali siano “eccessive”. E poi, come osa la De Gregorio incitare alla disobbedienza civile in caso di approvazione della legge-bavaglio, con gli editori sanzionati peggio dei petrolieri inquinatori e i giornalisti addirittura in galera, per turbativa dell’asta dell’informazione che non deve informare?

Queste donne con lancia in resta, con le idee chiare e la schiena dritta, dai convincimenti ingovernabili, sono effettivamente fastidiose se il loro potere di “fare opinione” non collima con l’attendismo prudente del partito di riferimento. A chi devono dar retta gli elettori, ad una direttora dell’Unità che tiene viva l’attenzione su brogli e imbrogli, corruzioni cricche privilegi mafie leggi porcate ed altri disastri, o ad una casta di eletti che neppure a sinistra ha saputo dare un segno forte di “condivisione” della crisi che ci attanaglia? Per esempio, rinunciando ad uno solo, tanto per fare la parte, degli innumerevoli benefici che li collocano ad una distanza siderale dai cittadini comuni. Per esempio, buttandosi nella mischia degli scontenti, dei cassintegrati, dei senza lavoro, dei nuovi poveri, degli emarginati non solo dalla società benpensante, delle cassandre ambientaliste… portando idee progetti programmi speranze prospettive, in una parola “politica” per la polis che vorremmo. Se l’antib. ha fatto il suo tempo, come si reagisce agli strepiti di un premier invasato, che ad ogni uscita rovescia sull’uditorio anatemi inauditi contro l’architettura istituzionale che sta stretta al suo proprio ego smisurato? Licenziando chi quotidianamente lo sottolinea, per adeguarsi non-si-sa-mai-come-butta, ai campioni rai-mediaset dell’informazione addomesticata?

E la libertà d’espressione, e lo scavo nel verminaio della politica corrotta, e i principi inderogabili della verità documentata, e la diversità di vedute, e la cultura della differenza, e il pensiero femminile, e il dito puntato su L’uomo senza qualità – il libro s’intende – tutto ricacciato nella nicchia, come prima, quando conviene, dove non nuoce? Resisti, Conchita, stiamo dalla tua parte.

(Sironi, la Rivista)

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