non ci resta che ridere

12 giugno 2010 di: Silvana Fernandez

la casa dalle finestre che ridono

La situazione italiana? Non ci resta che ridere! Sì, ridere, perché piangere è un esercizio quotidiano che facciamo più o meno silenziosamente, sia per i terremotati dell’Aquila, nelle loro case di bambole, sia per quelli dell’Irpinia ancora senza neanche queste, per la frana di Giampilieri, per i tagli alla sanità mentre la malasanità impazza. Piangiamo per Rosarno e per il fatto che le parole accoglienza, solidarietà non solo sono disuete ma anche irrise. Per tutto questo, però, lacrime solitarie non bastano. Dovremmo scendere in piazza e gridare, gridare, gridare. Ma, se c’è qualcuno che non ama né la piazza né l’urlo, e spera sempre che qualcosa di diverso accada, è proprio l’italiano medio. In verità non ho mai capito il termine medio a cosa si riferisca: alla statura, alla taglia, all’intelligenza o al reddito? Nel dubio proporrei di chiamiarlo “italiano massimo” perché quello che riesce a sopportare è proprio il massimo! Nell’attesa, non so se della rivoluzione o di una continua illusione, facciamo almeno un memorandum delle piccole notizie lasciate cadere qua e là o scoperte solo per caso. Per esempio merita un ricordo la reazione di Minzolini quando Maria Luisa Busi, lasciando la conduzione del tg1, gli ha indirizzato una lettera in cui spiegava come non poteva più considerarsi una giornalista continuando a proporre servizi assurdi. Il direttore è rimasto trasecolato, perché, secondo lui, un vero patriottico tg è giusto che parli della seconda maternità di Carla Bruni e che, per correttezza, dia la notizia della clinica per cani obesi e di Laura Pausini bisognosa di riposo. «Ma cos’ha da lamentarsi la Busi» si chiedeva il povero direttore, «se proprio lei è stata prescelta per annunziare la nascita del figlio di Briatore?». Lo sdegno di Minzolini è così sincero che non osiamo ricordargli che a stento ha dato la notizia quando, in piena guerra sulle auto blu, la regione Abruzzo ne ha comprate 15 nuove, dotate di televisori al plasma ultima generazione, cioè costosissimi. Non solo non si è data una giustificazione del tipo: «i notabili non potevano perdere neanche una puntata di Beautiful», ma non si è neanche spiegato il motivo per cui si sono scelte auto e televisori che costano quanto un asilo in una regione in cui gli asili, causa sisma, sono crollati. Consoliamoci con le notizie dal Vaticano: rotto il silenzio sulla pedofilia, il clero ci rassicura che i pedofili saranno puniti. Andranno all’inferno più duro! Si vede che dall’alto li hanno informati di avere istituito una Guantanamo anche negli inferi. Per la Chiesa, l’essersi pronunziata sull’aldilà è già un passo avanti perché, finora, aveva sempre taciuto. Il silenzio è una virtù ma, quando compie reati, si chiama omertà. Si, il silenzio o l’omertà della Chiesa sono diventati un modo di esistere o di sussistere, si estendeno dalla pedofilia a qualunque laica domanda sull’allarmante accumulo di beni del Vaticano fino al più casalingo delitto Claps, la cui risoluzione tardiva sembra proprio causata dal mutismo del parroco allora in carica. La cosa più straodinaria è che, al ritrovamento del cadavere da parte di una donna delle pulizie, il nuovo parrocco abbia dato l’allarme solo dopo due settimane, giustificandosi col fatto di avere dimenticato la notizia e, a quanto pare, anche il precetto della Chiesa che impone la sepoltura ai morti. Sarebbe riduttivo dire che tacere è prerogativa della Chiesa perché anche il vociante ministro Brunetta, dopo aver tacciato chi lavora nei ministeri di fannulloneria e sprechi, li ha poi, zitto zitto, premiati commissionando per tutti divise nuove per una cifra da capogiro e per sé un idromassaggio ultima generazione per abbellire l’antiquato bagno del ministero! Il mai dimenticato Troisi, nel suo film “Non ci resta che piangere” trovandosi catapultato in un Europa di vari secoli prima, si sentiva tanto infelice e spaesato da concludere appunto con la frase che ha dato il titolo al film. Noi invece, pur essendo nella nostra epoca, nella nostra terra, proviamo la senzazione di venire da un tempo passato, di non avere un futuro e concludiamo, fino a quando ce lo consentiranno, che non ci resta che ridere.

(vignetta di Altan, da l’Espresso)

6 commenti su questo articolo:

  1. nicola scrive:

    Brava! Con l’ironia si può dire molto di più che con la retorica

  2. donatella scrive:

    Mi piace l’ironia anche se amara, è una cosa che in generale la sinistra, anzi tutta l’opposizione ignora

  3. Paolo Russo scrive:

    Mentre l’italiano medio vede la partita io leggo il vostro giornale e questo sarcastico articolo che mi fa scrivere: no l’italiano non è nè medio nè massimo è ormai minimo

  4. Adriana scrive:

    articolo un pò lungo ma pieno di verità, ironico fino alla risata, ho avuto il piacere di incontrarti nella vita, sei divertente come quando scrivi!

  5. valeria scrive:

    Mi piace l’ironia, mi chiedo ma è vera questa storia delle auto blu con televisore o è solo tirata fuori per far sorridere

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