addio Elvira

4 agosto 2010 di: Rosanna Pirajno

Il ricordo va ai tempi del liceo Garibaldi, quando nell’insignificanza delle più spiccava la bellezza sfrontata di poche, ed Elvira Giorgianni era tra queste. Poi il matrimonio con Enzo Sellerio, fotografo che sperimenta il linguaggio muto dell’arte in una società che prova a sprovincializzarsi, e con lui la fondazione della casa editrice che nel 1969 sembra azzardo imperdonabile. Poi le invenzioni editoriali e le creazioni grafiche, le scoperte letterarie, le forti amicizie con personalità influenti e inarrivabili, Leonardo Sciascia avanti tutti, il nome della piccola casa editrice del profondo sud che varca lo stretto, scala classifiche, impone una linea culturale che stupisce e affascina. Elvira ci lascia indietro tutte, coniuga la figura per noi nuova dell’imprenditrice che sa far quadrare i conti, con la scopritrice di talenti che ridisegna la linea culturale di una regione eternamente depressa. La separazione dal marito e socio accentua questo suo ruolo, dal 1983 la Sellerio editrice si identifica con Elvira che vola sempre più in alto, le arrivano riconoscimenti e menzioni da ogni dove, la nomina nel Consiglio d’amministrazione Rai suggella il suo valore culturale e manageriale, la sua figura si situa in città fra le più austere e inaccessibili.

I momenti di crisi non la trovano impreparata ma lasciano ferite profonde, l’attacco frontale della Rete orlandiana per una questione di finanziamenti regionali, segna il distacco definitivo da quella società palermitana che di lei, e dei suoi meriti per far affermare la Sicilia capace di parlare al mondo alla pari, non era andata fiera come avrebbe dovuto. E non fu per amicizia, ma per reale convincimento del valore della sua opera che difesi pubblicamente le sue ragioni, voce solitaria che mostrò di gradire. Infine la svolta, quando nessuno crede che Elvira la forte sia pronta a cedere le redini del suo regno ecco il “gran rifiuto”, si rifugia nel buen retiro ragusano affidando l’adorata creatura al figlio Antonio, continuatore di sicuro talento e bravura pari a quella che l’altra figlia Olivia riversa nella ricerca musicale.

Nel 2009, dopo averne saggiato un gradimento per scontrosità e amarezze non scontato, il Forum delle Associazioni composto da Salvare Palermo, Italia Nostra, Fai, Anisa, Dimore Storiche, Amici dei Musei, le conferisce il Premio con il quale da qualche anno intende riconoscere, e compensare con gratitudine e affetto, personalità distintesi per impegno sociale e passione civile in questa Palermo immemore. Un riconoscimento forse tardivo, resta il fatto che Elvira Sellerio Giorgianni nella sua vita ha speso intuito energie acume eleganza a rivelare che l’antica civiltà di provenienza è ancora capace di produrre cultura, superando le convenzioni di comodo che la sovrastano.

2 commenti su questo articolo:

  1. Nino Vicari scrive:

    Brava Rosanna, con poche pennellate hai saputo centrare l’identità dell’indimenticabile Elvira. Per nostra soddisafazione, mi diceva stamane suo figlio Antonio che il premio del Forum delle Associazioni ha prodotto in Elvira un sentimento di riconciliazione con una città che non si è accorta, nel quarantesimo anniversario della casa editrice caduto nel 2009, dello straordinario valore dell’impresa editoriale della Sellerio. Buone vacanze.

  2. Quello che veramente ami rimane,
    il resto e’ scorie
    Quello che veramente ami non ti sara’ strappato
    Quello che veramente ami e’ la tua vera eredita’
    Il mondo a chi appartiene, a me, a loro
    o a nessuno?
    Prima venne il visibile, quindi il palpabile
    Elisio, sebbene fosse nelle dimore d’inferno,
    Quello che veramente ami e’ la tua vera eredita’
    La formica e’ un centauro nel suo mondo di draghi.
    Strappa da te la vanita’, non fu l’uomo
    A creare il coraggio, o l’ordine, o la grazia,
    Strappa da te la vanita’, ti dico strappala
    Impara dal mondo verde quale sia il tuo luogo
    Nella misura dell’invenzione, o nella vera abilita’ dell’artefice,
    Strappa da te la vanita’,
    Paquin strappala!
    Il casco verde ha vinto la tua eleganza.
    “Dominati, e gli altri ti sopporteranno”
    Strappa da te la vanita’
    Sei un cane bastonato sotto la grandine,
    Una pica rigonfia in uno spasimo di sole,
    Meta’ nero meta’ bianco
    Ne’ distingui un’ala da una coda
    Strappa da te la vanita’
    Come son meschini i tuoi rancori
    Nutriti di falsita’.
    Strappa da te la vanita’,
    Avido di distruggere, avaro di carita’,
    Strappa da te la vanita’,
    Ti dico strappala.
    Ma avere fatto in luogo di non avere fatto
    questa non e’ vanita’
    Avere, con discrezione, bussato
    Perche’ un Blunt aprisse
    Aver raccolto dal vento una tradizione viva
    o da un bell’occhio antico la fiamma inviolata
    Questa non e’ vanita’.
    Qui l’errore e’ in cio’che non si e’ fatto, nella diffidenza che fece esitare.

    Ezra Pound, Pisan Cantos (Canto 81)

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