il tormentone della dieta estiva

12 agosto 2010 di: Marcella Geraci

Anche in epoca di cambiamenti climatici, agosto continua ad essere il mese del sole e del mare. Forse è vero che lo spettro della crisi economica fa registrare un calo delle affluenze negli hotel super accessoriati, nei campeggi o nei lidi balneari. Ma è difficile rinunciare completamente ad una giornata in bikini e allora, come il sole d’agosto, il vecchio immaginario collettivo della donna longilinea si fa strada nelle pagine delle riviste, negli schermi televisivi, nei cartelloni pubblicitari, nei volantini e nelle brochures di offerte promozionali, nella mente degli uomini e delle donne. Proprio così, le donne. Quelle che rincorrono il tormentone delle diete drastiche dell’ultima settimana prima delle vacanze, che sostituiscono insalatina poco condita alle tazze di cioccolata indispensabili in pieno inverno e che sperano nel miracolo in pochi giorni. Cosa c’è dietro? L’idea di una bellezza omologata e la speranza di essere in linea con parametri decisi da altri. La posta in gioco è accettare se stesse e vivere in armonia con immagini e stereotipi che i mass media divulgano come giusti ed equilibrati per noi. E c’è dietro anche un inverno ad ingurgitare cibo sotto la frusta dello stress da lavoro e delle ansie quotidiane, senza nessuna cura per una salute e per un benessere che, è vero sono necessari, però sotto i cappotti non si vedono. Le diete da mese di agosto sono infinite, poche invece quelle studiate in base alle effettive esigenze del corpo reale delle donne. Per farle sentire bene, per non appesantirle e per farle mangiare con gusto (una delle cose belle della vita). E in fin dei conti, quanto spazio resta a questo corpo reale se la percezione che abbiamo di noi è sempre molto condizionata ed eterodiretta?

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