l’ombra d’agosto

9 agosto 2010 di: Rossella Caleca

Da noi, è agosto il più crudele dei mesi; non credo di essere l’unica a contarne i giorni pesanti di afa e carichi di tensione, in cui ogni rumore diventa insopportabile, ogni problema insormontabile. Odio specialmente i giorni di fine vacanza, sospesi tra cambiamento e routine ordinaria, quel vuoto di senso in cui si insinuano pensieri neri, tenuti a bada, in altri momenti, dall’agire quotidiano; pensieri che si fondono in un’ombra invadente e persistente, perdendo contorni e connessioni con la realtà. Meglio non ignorarla, l’ombra d’agosto, voltandole le spalle: potrebbe crescere, prendere consistenza, ed acquistare un nome.

Da qualche tempo ho sperimentato un rimedio quasi omeopatico: leggo storie che vengono dall’estremo Nord, dove le ombre salgono veloci, diventando per molti la più letale malattia dell’anima. Nella letteratura scandinava temi etici e sociali, elementi fantastici e simbolici si fondono nel fascino di una cultura “altra” (ma non poi così lontana); autori come Per Olov Enquist, Bjorn Larsson, ed altri, sorprendono per l’originalità e la profondità nel raccontare la fragilità umana e la complessità del vivere.

Tra tutti, amo due romanzi di Arto Paasilinna, L’anno della lepre e Piccoli suicidi tra amici: diari di una fuga verso la vita, individuale nel primo, collettiva nel secondo, in cui solitudine e angoscia si sciolgono pagina dopo pagina in una ritrovata voglia di vivere; scritti con una leggerezza così esilarante e contagiosa che, leggendo, anche questo pesante agosto sembra evaporare nel fresco di un’estate diversa.

(prospettive estive)

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