cade la pioggia per l’addio ad Angelo
Mentre ad Acciaroli si svolgono i funerali di Angelo Vassallo, sindaco ambientalista di Pollica assassinato dalle mafie perché difendeva il suo territorio da speculazioni devastanti, qui una pioggia purificatrice si riversa sulle lordure di una società che non accetta, non difende, non sopporta neanche da morti «quelli che se la sono cercata».
Ho acceso una candelina per tenere vivo il ricordo di Angelo Vassallo, ma anche di Giorgio Ambrosoli oggetto dell’attenzione del politico più riverito d’Italia anche se fino al 1980 ha traccheggiato con la mafia, e delle troppe altre vittime che hanno «servito lo Stato» sapendo di rischiare la vita. E pure in memoria di coloro che in tutto il mondo sono morti per un’ideale di giustizia che passa dalla salvaguardia della Terra, perché l’affermazione del bene o del male origina da lì.
Non basterà la pioggia, a lavare le molte colpe di una società che si scopre sempre più corrotta collusa cinica indifferente, ma mi piace pensare ad un segnale della Natura che Angelo ha protetto fino alla morte. Che non è solo un modo di dire.