che ce ne facciamo dei cacciabombardieri

9 settembre 2010 di: Leontine Regine

Qualche settimana fa è apparso su Repubblica un appello di Umberto Veronesi, fondatore del movimento “Science for Peace”. Nell’articolo informava di avere presentato in Senato una mozione -avanzata anche dalla Rete italiana per il Disarmo (www.disarmo.org) e da Sbilanciamoci (www.sbilanciamoci.org) – per fermare il programma, a cui anche l’Italia aderisce, della produzione di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighters che impegneranno il nostro paese fino al 2026 con una spesa di più di 10 miliardi di euro (per sottoscrive la mozione «www.fondazioneveronesi.it»). Si tratta di un aereo d’attacco che può trasportare anche ordigni nucleari. E’ stato chiesto al Governo di non procedere alla prosecuzione del programma, destinando in alternativa una parte delle risorse già accantonate alla ricerca scientifica, alla riconversione civile dell’industria bellica e agli interventi delle politiche pubbliche di cooperazione internazionale, che la scorsa manovra finanziaria ha tagliato di ben il 56%. Perché questa spesa? E’ incoerente con le missioni di pace promosse dal nostro paese, è largamente anticostituzionale, considerando che all’articolo 11 «l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Mentre il potente super aereo è un cacciabombardiere d’attacco.

Chi dobbiamo andare a bombardare con il Jsf? E’ irresponsabile, in un momento di grave crisi economica in cui vengono tagliati i finanziamenti pubblici alla scuola, all’università e alle politiche sociali. Con 16 miliardi di euro si possono fare molte altre cose in alternativa: si possono costruire 3000 nuovi asili nido e, nello stesso tempo, installare 8 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti e allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese. Mi sono documentata e ho trovato che le ricadute occupazionali sono basse, in confronto ai soldi investiti, si parla di 1/10 rispetto alle previsioni e non ci sono ritorni industriali garantiti. Se il nostro Paese investisse la stessa cifra destinata al Superaereo nel settore delle fonti rinnovabili, oltre a diminuire la dipendenza dal petrolio e aumentare la qualità della nostra vita, creerebbe dai 116.000 ai 203.000 posti di lavoro. Dall’articolo apprendo che nel 2009 il bilancio della difesa è stato di 20 miliardi di euro, mentre per la lotta contro il cancro ne sono stati stanziati soltanto 100 milioni.

In Europa si spendono 300 miliardi di euro per mantenere le forze armate. Mentre basterebbe un unico esercito con una funzione di forza di pace nei paesi ancora in guerra. In Italia questa inutile spesa potrebbe essere impegnata in finanziamenti per la ricostruzione delle zone terremotate, per le fonti energetiche rinnovabili, per la ricerca contro il cancro, per affrontare la crisi economica.

Perché non proviamo a raccogliere tutte le assurde scelte, senza risposta, né logica e ragionevole motivazione, che riusciamo a intercettare? Potrebbe essere utile per fare nascere o sostenere proposte sensate e utili. Nel frattempo cerchiamo, noi cittadini resi maggiormente consapevoli dall’incontro con la Notizia, di fare circolare, anche attraverso il passaparola, oltre che sottoscrivendo eventuali mozioni presentate, il nostro sdegno e il nostro totale dissenso.

1 commento su questo articolo:

  1. silvia scrive:

    L’idea di fare una lista delle scelte assurde del potere è ottima. Possiamo collaborare tutti segnalandole-

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