indegnità mediatiche

22 settembre 2010 di: Giusi Catalfamo

Non sono una lettrice del giornale “La Padania“, me ne guardo bene, ma risento del riverbero delle perle che si scrivono su questo giornale. L’ultima in ordine di tempo è l’horribilis polemica imbastita sulla differenza tra Giancarlo Siani e Roberto Saviano, una polemica inutile e dannosa che farebbe rivoltare nella tomba il povero Giancarlo Siani e che giustamente indigna tutti quelli, e per fortuna siamo tanti, che stimiamo, amiamo e temiamo per la vita di Roberto Saviano.

Nel bel film “Fortapasc” di Marco Risi, in cui di Giancarlo Siani, giornalista de “Il Mattino” di Napoli assassinato dalla camorra, si racconta della sua breve vita e della sua morte, un dialogo tra Siani e il suo capo redattore stigmatizzava la differenza tra “giornalisti giornalisti” e “giornalisti impiegati”. Ecco, Siani apparteneva al primo gruppo, mentre il suo caporedattore si definiva un giornalista impiegato. Ma giornalista “giornalista” è anche Roberto Saviano, senza se e senza ma. Ecco, l’autore dell’articolo della Padania appartiene a un’altra categoria, quella dei giornalisti idioti, per non dir peggio. Mi chiedo se abbia un senso contrapporre due ragazzi, da cui abbiamo molto da imparare, entrambi sacrificati per il loro coraggio, che sono stati e, nel caso di Saviano, per fortuna sono ancora un splendido esempio di impegno civile e di coraggio fino alle sue estreme conseguenze. Che senso ha, mi chiedo, affermare che Siani era «un eroe della lotta alla camorra, perché determinato ad indagare sui crimini di camorra con veri e propri scoop, che accusavano senza mezzi termini l’intreccio tra malavita organizzata e politica», mentre Saviano fa solo una «denuncia bibliografica e ha scritto in un periodo in cui la camorra è già cambiata nella sua violenza, e dove le guerre tra bande sono circoscritte in alcune delimitate zone».

Secondo loro, correrebbe meno pericolo o sarebbe meno eroe? Sarebbe quindi meno esposto? Noi non abbiamo bisogno di altri eroi, la lista è fin troppo lunga, e a questa stupida quanto inutile polemica o peggio, contrapposizione, sento di rispondere che l’unica differenza tra due splendidi esempi di giornalismo è che uno, Siani, lo hanno ammazzato a soli 26 anni, quando aveva ancora tanta voglia di vivere e di fare, mentre Roberto Saviano vive una vita dimezzata e sacrificata. Giancarlo Siani circolava su una Mehari scoperta, ed essere crivellato di colpi è stato fin troppo facile, mentre Saviano, per nostra fortuna, vive una vita blindata e protetta. Magari è proprio questo che infastidisce l’acuto giornalista che ha scritto una cosa così vergognosa.

(perle scaramazze)

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