Settembre

6 settembre 2010 di: Stefania Savoia

Settembre non è un mese come un altro per un precario ma forse solo è una questione di principio. In effetti per chi, come me, non ha né un posto fisso né la prospettiva di averlo, questo mese che chiude l’estate e apre all’autunno dovrebbe essere un mese qualunque, fatto di attese, di curriculum da inviare, di angoscia da sopportare e tanto altro. Settembre invece è un mese infido e meschino perché sembra promettere un nuovo inizio. Forse ingannati da precedenti scolastici, noi precari immaginiamo durante tutto Luglio e Agosto, mesi in cui tutto si ferma e sonnecchia, che Settembre possa darci quell’opportunità che ancora non ci era stata data, che a Settembre tutto possa cambiare, che questo nono mese alla fine partorisca un futuro migliore. Tipica è invece per noi, nomadi del lavoro, la delusione stile “primo giorno di scuola” perché tutto è uguale e niente è migliorato, perché a Settembre è come se dovessimo reinventarci di nuovo, cambiare vita, adattarci ad nuovo errare e soprattutto continuare a sperare.

Settembre caro, per me precaria della scuola, hai già esagerato! Neanche il tempo di conoscerti e il mio ministro non ritiene nemmeno di dover ascoltare ciò che abbiamo da dire. Settembre mio, nemmeno il tempo di guardarti in faccia e già si contano migliaia di licenziamenti!

Settembre bello, leggo sul giornale che almeno una speranza ce la dai, che forse (sebbene nessuno ti abbia aiutato!) presto potremmo votare… Siamo solo all’inizio e una chance te la voglio dare, mi piacerebbe che al più presto, durante i tuoi giorni, si potesse festeggiare una nuova festa di liberazione nazionale.

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