l’angolino della protesta

6 ottobre 2010 di: Rosanna Pirajno

Caro sindaco, basta, mi arrendo, getto la spugna, mi dimetto da cittadina, mi iscrivo al partito sciasciano della Palermo irredimibile, coltivo il mio orticello e del resto chissenefrega. Farò tutte queste cose insieme, ma prima ti esprimo le ragioni per cui mi risolvo a scrivere al sindaco che non ho votato ma che tuttavia mi rappresenta.

Anche se so che non mi leggerai, ti faccio presente che la città è abbandonata, lo sostengono in tanti, i rifiuti tracimano da ogni angolo di strada e topi e scarafaggi ce li troviamo in salotto, la raccolta differenziata non fa progressi, nel circo da gladiatori del traffico urbano ogni giorno soccombono i soggetti più deboli, avventurarsi sulle zebre pallide e smunte è rischioso come respirare i fumi di scarico che vi stazionano, il servizio trasporti pubblici funziona meglio nel quarto mondo, negli uffici la burokràtzia è più respingente che nel fu regime sovietico, i giardini pubblici sono pochi sporchi spelacchiati trascurati male usati vandalizzati, tra gli edifici restaurati da recuperare all’uso c’è una incomprensibile morìa di destinazione (perché l’ex Fonderia è ancora chiusa, ad oltre un anno dalla consegna? Perché, se c’è la fila per ottenerne la gestione?), la cultura langue per mancanza di stimoli e finanziamenti e il clima è quello del “culturame” di craxiana memoria, le scuole nel senso di edifici difettano di manutenzione e nel senso di servizi tipo il tempo pieno la mensa le palestre le attività collaterali, difettano di tutto, mancano le case per i meno abbienti ma troppe case nuove si mangiano il verde per poi restare vuote, degli incentivi alla bio-architettura e zone limitrofe si sono perse le tracce, a farsi avanti nel sistema sono solo furbi e raccomandati e dispensatori di favori, insomma ti rappresento che in questa città si vive malamente assai e chi può emigra. Chi proprio non può, o si rassegna all’andazzo o si fa furbo oppure reclama negli striminziti speaker corner rimasti.

Da questo qui allora te la canto, caro sindaco, gridando a piena gola che pesa constatare come la macchina organizzativa comunale sappia mettersi in moto con efficienza nelle situazioni eccezionali, tipo visite papali meglio ancora che presidenziali, e spegnersi di botto a papa partito; che pesa l’assenza di dialogo, confronto, comunicazione tra voi che decidete e noi che subiamo; e che a uno come il tuo predecessore che voleva «farla più bella», regalandoci alla fine questa città sciatta brutta volgare, noi preferiamo di gran lunga un sindaco che sappia gestire bene l’amministrazione ordinaria e straordinaria capace di renderla civile moderna efficiente vivibile amabile. In attesa della prossima visita, ma anche no.

(prospettive palermitane, ph autore)

3 commenti su questo articolo:

  1. fiammetta scrive:

    Ok Rosanna, hai detto bene. Perchè mezzocielo non lancia una petizione affinchè tutte le donne (ne aderirebbero tantissime) firmino le proprie dimissioni da cittadine? mi sento rappresentata dal tuo articolo e da quello che dici al sindaco. Sarei tra le firmatarie di una petizione lanciata da voi. Simbolicamente è un gesto forte, una vera sfiducia che si può rendere pubblica sul vostro sito ma anche se è possibile su tutti i giornali e, ovviamente, si potrebbe inviare al consiglio comunale, al sindaco, al governo nazionale…ecc…

  2. Renata scrive:

    Rosana hai scritto con calore, umorismo, simpatia ma sebbene dici cose che nella nostra mente sono assimilate e digerite rimetti in moto tutte le nostre proteste, si Mezzocielo raccolga, firme e consensi anche sul web

  3. Rosanna Pirajno scrive:

    care Fiammetta e Renata, certo mi fa piacere avere toccato nervi scoperti in cui vi riconoscete, perché sapete benissimo che in questa città una delle cose più deprimenti è sentire di parlare al vento, cioè di esprimere opinioni anche condivise ma che cadono nella indifferenza o nella assuefazione dei più. Atteggiamenti che alimentano sia il mal governo – tanto questi sopportano di tutto – che il malcostume dei cittadini, che non si sentono in dovere di comportarsi meglio se tutt’intorno è uno sfacelo (gettare le cicche per terra, per es., sembra una sciocchezza, ma i tappeti di cicche sui marciapiedi dicono il contrario).
    Ora, la raccolta di firme che proponete è una bella idea, sarebbe un segnale forte come dite, buono per far vedere che non tutti sono disposti a sopportare ancora. Poiché sono scettica, perdonatemi, sul risveglio delle coscienze che dovrebbe sostenere l’azione, facciamo così: se altre lettrici si uniranno al vs appello, se si raccoglieranno consensi a sufficienza per non rischiare un flop, penseremo insieme con voi alle modalità dell’azione da intraprendere. Attendo fiduciosa….

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