se otto milioni vi sembran pochi

25 ottobre 2010 di: Rossella Caleca

Secondo l’Istat in Italia ci sono 7.810.000 poveri, secondo le stime della Caritas sono molti di più, circa 8.370.000: e la povertà, lungi dall’essere stabile come affermano i dati ufficiali, è in aumento. Dal decimo rapporto sulla povertà ed esclusione sociale della Caritas e della fondazione Zancan emerge inoltre l’esistenza di una nuova categoria, quella degli “impoveriti”: altre 800.000 persone che hanno perduto sicurezza e stabilità e vivono in condizioni di «forte fragilità economica».

Ce ne eravamo accorti. Ogni giorno noi operatori sociali ci disputiamo le briciole cadute dal grande banchetto degli sprechi e degli scandali, per cercare di dare risposte sempre meno sufficienti a bisogni sempre più pressanti; ed in particolare a Palermo, dove il Comune non riesce a garantire neppure l’assistenza domiciliare ai disabili indigenti e le Comunità Alloggio sono costrette a chiudere per il mancato pagamento delle rette. Ma, naturalmente, dall’alto ci dicono che «tutto va ben». Occorre solo avere fiducia: presto sarà cancellata anche la povertà, come sarà trovata la cura contro il cancro. Vorrei aggiungere solo due considerazioni. La prima: come denunciano gli autori del rapporto Caritas, le affermazioni ufficiali si basano su calcoli che danno «un’illusione ottica»: è chiaro che la scelta degli indicatori è determinante per la valutazione corretta di un fenomeno sociale.

La seconda: parafrasando una nota barzelletta, nel variegato mondo dei cattolici italiani c’è anche un certo numero di cristiani. Stanchi di «illusioni ottiche», di compromessi e di silenzi. E per niente disposti a “contestualizzare”.

1 commento su questo articolo:

  1. Marcella Geraci scrive:

    “Vecchia piccola borghesia / per piccina che tu sia / non so dire se fai più rabbia / pena / schifo / o malinconia”. Era la canzone in cui Claudio Lolli auspicava che questa classe sociale fosse spazzata via dalla rivoluzione. Il cantautore non poteva prevedere che, anni più tardi, ci avrebbe pensato il caro euro a ridimensionare il potere economico dell’italiano medio. E che questo sarebbe accaduto attraverso dinamiche che non avrebbero portato alcun progresso culturale in Italia.

    I poveri sono tanti. Sono sempre di più, dall’italiano medio alle fasce più deboli della popolazione. E la risposta è proprio quella che indichi nell’articolo e cioè il taglio delle risorse pubbliche ai servizi e l’illusione ottica creata dai media.

    Ormai i tg della nostra televisione di stato ci propinano tragedie e delitti o servizi di costume. Non c’è spazio per parlare della situazione politica e della crisi economica che colpisce gli italiani.

    Penso che siamo vittime di una sorta di frustrazione dovuta allo scarto che esiste tra i servizi televisivi in cui le signore comprano la quarta pelliccia in Via Montenapoleone e le quattro pareti domestiche in cui ogni giorno viviamo la nostra situazione quotidiana.

    Secondo me però non c’è tanto da fidarsi della “stanchezza” degli italiani, siano di sinistra o cattolici o non schierati. Sembriamo come assopiti, parliamo senza pianificare nessuna reazione allo stato delle cose. Mi sembra una stanchezza stanca, che non promette nulla di buono.

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