una normale domenica d’ottobre

4 ottobre 2010 di: Silvana Fernandez

Ieri è stata una domenica…normale: è venuto il Papa, non ci ha deluso ma non c’eravamo mai illusi. Avremmo gradito, dato che nel discorso ai notabili seduti alla marina, aveva appena sfiorato il malcostume vigente che almeno ai giovani, in piedi da ore, avrebbe dato l’affondo alla mafia. No, si è limitato a dire «Non imboccate la strada della mafia che è strada di morte». Tanti parroci e tanti politici occasionali o no avevano detto le stesse cose forse con un po’ più calore. D’altra parte, intervistati i migliori teologhi siciliani ci avevano preparato dicendo che Benedetto XVI è un uomo riservato e di indubbia freddezza teutonica, bisognava dunque dimenticare il coraggio e il trasporto di Giovanni Paolo II, nel 1993 ad Agrigento, e accettare tutto il pacchetto completo, compreso la scarsa comunicabilità. E poi di che ci lamentiamo, a volte ha anche sorriso.

Ha pure incontrato Biagio Conte a cui speriamo abbia donato per i poveri qualcosa di prezioso, pari al calice regalato al cardinale. Alla fine sulla strada per l’aeroporto, a sorpresa, si è fermato a mettere fiori là dove ci fu l’ attentato a Falcone come tanti prima di lui. Niente di eccezionale, tutto come previsto anche questo piccolo, saggio imprevisto. Una domenica normale: il cielo era terso e come tante volte da noi in ottobre vi era un gran caldo. Una strana cosa da segnalare è il fatto che, mentre il Papa parlava al Politeama, la diretta di una televisione locale ci ha fatto sentire una voce fuori campo che diceva: «Ragazzi avete le mani battetele, ragazzi il Papa va via urlate», ci auguriamo che i ragazzi non sentissero e facessero tutto spontaneamente.

(vignetta di Mauro Biani, 2010)

15 commenti su questo articolo:

  1. anna trapani scrive:

    Perfettamente d’accordo con te, Silvana. Avevo già avanzato le stesse perplessità giorni fa rispondendo all’articolo di Simona. Tutto come previsto. E la gente assiepata anche dalla notte precedente con sacchi a pelo era entusiasta. Avrei volentieri domandato loro se lo erano pure per i manifesti fascisti che osannavano il papa contro i matrimoni gay. Vade retro satana! W il papa!

  2. adele scrive:

    d’accordo con fernandez.. Per me è stata una parata servita solo all’esaltazione della gente presente. Nessuna parola forte e indignata contro la mafia. Pacatezza impressionante, sorrsiso stampato sulla faccia che ha reso sua Santità ancora più distaccato di quanto già non sia, l’invito a non aver paura perché il bene vince sul male. Lo diceva anche mia nonna ma abbiamo appreso dalla storia che non è mai stato così. Anche cuffaro, ai tempi, aveva raccomandato la sicilia e i suoi problemi alla madonna delle lacrime…Oggi il papa è venuto apposta da roma per invitarci alla speranza e a non aver paura. Grazie, ma lo sapevamo già che dobbiamo vivere di speranza. Ce l’hanno detto in troppi. Lui poteva dircelo da roma in video conferenza, se non altro avremmo risparmiato un bel po’ di danaro pubblico.

  3. adele scrive:

    riscrivo perchè ho dimenticato di fare i complimenti alla pirajno che è straordinaria nella scelta delle immagini, di tutte e di questa in particolare.

  4. lucia gallo scrive:

    Non basta l’ umorismo per criticare una così complessa situazione che doveva contestarsi a monte e non a cose avvenute.

  5. roberta scrive:

    Ma a monte si è contestato. Molte donne l’abbiamo fatto ma tu, cara lucia, credi davvero che “a monte” avremmo potuto fermare questa venuta del Papa? e come? con quale forza? con le manifestazioni di piazza? questo è uno spazio dove si può esprimere, con o senza umorismo, la disapprovazione per ciò che non si condivide e si contesta. tante volte mi collego con questo sito e dico come la penso. Mi sento libera di parlare e di contestare e già questo, considerando che la democrazia si riduce sempre più, è già qualcosa. Mi piacerebbe incontrarti alle prossime manifestazioni di piazza, se ci saranno, per le cause in cui forse crediamo tutte e due. scambiamoci i numeri di telefono o la mail, e vediamo se hai delle idee da proporre. siamo poche quelle che diamo visibilità al dissenso e questo è un luogo dove la parola scritta può avere un grande valore perchè viene letta da tanta gente. voglio sperare, anche, da qualche rappresentate della chiesa. Ciao lucia.

    • Rosanna Pirajno scrive:

      beh, un complimento è cosa rara e bella, mi tocca ringraziare perché mi fa piacere, mi gratifica la lode alla mia ricerca iconografica che in effetti compio con la cura che tu hai notato, grazie! ma sopratturro mi fanno piacere i commenti e le opinioni che si accendono attorno alle nostre “idee a sinistra”, vuol dire che ci leggete e anche se non condividete ci trovate stimoli di discussione!!!

  6. F.V. scrive:

    Forse Simona con il suo primo “equilibrato” commento sulla visita del papa avrebbe voluto prevenire articoli troppo accesi su un evento che non può che suscitare una certa indignazione. E invece, dopo un silenzio iniziale, seguito alle parole di Simona, il “nostro punto di vista” sulla vicenda -papa a Palermo-, ha assunto le forme o di in un commento umoristico o di uno scambio tra di noi poco significativo politicamente. Prevenire, piuttosto che lasciare che si esprimi liberamente il proprio pensiero, non sempre è positivo, soprattutto quando si tratta di eventi che non lasciano nessuno e nessuna indifferente.

  7. roberta scrive:

    Hai ragione F.V. l’avevo scritto come commento all’articolo di simona mafai (l’hai letto?) che il suo è stato un articolo di “equilibrismo diplomatico” In effetti quell’articolo “preventivo” di mafai, ci ha spiazzate per la sua morbidezza e, come dici tu, i commenti sono arrivati dopo che ci siamo riprese. questo scambio secondo me il valore politico ce l’ha perchè è espressione del nostro pensiero politico anche se tardivo.

  8. Ciao a tutte, mi fa piacere che riusciamo ad aprire dibattiti così pressanti, comunque anch’io oltre a Simona penso di aver scritto con equilibrio, l’umorismo è un’arma in più e non deve essere confuso con una comicità becera, è una forma di equilibrio ma non di equilibrismo… io credo che più o meno pensiamo tutte le stesse cose e mi pare che quello che avete scritto lo dimostra.

  9. Anna A. scrive:

    il fatto che la sig.ra mafai avesse scritto “con equilibrio”, secondo me, non era da prendere come complimento e si è capito dai vari commenti. Lei, silvana, forse non l’ha capito perchè a me il suo articolo è piaciuto e invece non mi è piaciuto quello della sig.ra mafai che mi è sembrato volesse evitare (come hanno osservato F.V. e roberta) commenti sgradevoli sulla venuta del papa. Non li ha evitati invece, anzi li ha provocati perchè il suo articolo sembra evocare un’accettazione passiva di questo evento senza possibilità di critica che, invece, va mossa proprio in questo momento in cui la parola devono prenderla gli affamati e gli impoveriti. Anche la ricchezza della chiesa oggi schiaffeggia e provoca contestazioni. Avrei forse capito meglio il senso di questo avvenimento costosissimo se il Papa fosse andato tra gli ultimi, per esempio al quartiere Zen, e avesse teso la sua mano inanellata agli sfrattati, ai senza casa e senza lavoro, ai senza niente i quali non possono dare da mangiare ai figli solo speranza e coraggio. Quelle persone aspettano lavoro! Di parole non si nutrono.

  10. Ale scrive:

    e basta co sto papa, non se ne può più

  11. beppe scrive:

    Noto,con dispiacere, che sull’argomento papa (notare la “p” minuscola) si sono avvicendate solo considerazioni da parte di donne. Ma come mai la vostra rivista non coinvolge anche il genere maschile? Riflettete donne, riflettete!

  12. Beppe hai ragione, la nostra è una rivista fatta da donne, dove spesso scrivono anche uomini, ma tutto è molto spontaneo dunque non sollecitiamo gli uomini a farlo ma li accettiamo volentieri, come accetteremmo volentieri le tue osservazione o se volessi un tuo pezzo, se noti nei commenti su Paola Scazzi è un uomo che fa discutere tutti, aspettiamo ancora tue visite e tuoi commenti

  13. luca d. scrive:

    sarebbe interessante che beppe oltre a notare le “p” minuscole del papa, si soffermasse su argomenti e contenuti degli articoli. forse beppe cura la forma che in genere noi giovani curiamo poco, sopratutto quando scriviamo al computer. infatti dopo il punto non usiamo quasi mai la maiuscola e anche i nomi di persona che richiedono la maiuscola, quando si scrive alla tastiera si corre senza tante regole. non è per mancanza di rispetto verso il papa. mi sembra banale dirlo ma ache negli sms usiamo minuscole e abbreviazioni che farebbero rabbrividire beppe. non mi piace scrivere commenti ma essendo un ragazzo mi sono sentito di dire a beppe come la penso e come la pensano tanti miei coetanei e amici. anche perchè sono cattolico e non mi va che qualcuno nel 2010 pensi che scrivere con lettera minuscola sia offensivo. ciao a tutti. luca

    • Rosanna Pirajno scrive:

      luca, vorrei intervenire nella querelle su forma e contenuto di quello che si scrive, in quanto appartenente alla generazione della penna e non del pc, per dire che convengo con te che le lettere minuscole appartengono al “linguaggio” del computer: si batte sui tasti di seguito e a cliccare per la maiuscola si perde tempo, mi comporto anch’io così, ho accettato il “metodo” e poiché scrivo minuscolo anche il mio nome, immagino che l’interlocutore capisca che non si tratta mai di mancanza di rispetto. quindi vai tranquillo anche per il papa minuscolo. quello che personalmente non sopporto è altro: la sciatteria della scrittura, l’assenza di spazio dopo la punteggiatura, le eccessive abbreviazioni, gli errori molto diffusi di accenti dove non ci vogliono o sbagliati (stò, fà, quà …perchè invece di perché ) che stanno ad indicare carenze di base nell’apprendimento della lingua italiana e poche o superficiali letture, ma soprattutto compongono testi troppo “raffazzonati” per invogliare alla lettura e quindi alla riflessione sul contenuto. almeno, questo vale per me (che ho notato nel tuo testo solo il fastidioso “perchè”, per il resto niente matita blu!), e grazie per avere stimolato un’altra riflessione.

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