a loro è toccato credere, e a noi?

24 novembre 2010 di: Rossella Caleca

Si può provare un’emozione civile? Sembrano parole poco accostabili, quasi un’ossimoro, ma è questo che mi viene in mente ripensando a quello che ho sentito vedendo “Noi credevamo” di Mario Martone. E’ un film che racconta un Risorgimento fuori da ogni retorica, partendo dal Sud e ritornando al Sud senza nascondere miserie, contraddizioni e devastazioni pre e post unitarie; le storie di tre giovani meridionali si dipanano attraverso la Storia, incontrando quelle di personaggi realmente esistiti ma poco noti – fra cui una donna eccezionale, Cristina di Belgiojoso. Alla fine, l’amarezza di ritrovarsi in una realtà diversa da quella sperata, in una nazione incompiuta e attraversata da profonde lacerazioni e ingiustizie, conduce dritto alle divisioni e ai contrasti di oggi.

Non si può non pensare, al di là delle celebrazioni, a cosa resti adesso della passione di quelle donne e di quegli uomini; e la prima considerazione che mi passa per la mente è che anche oggi c’è chi rischia la vita e c’è chi la perde per cercare di realizzare gli ideali in cui crede: basti pensare, tra gli altri, al sindaco Vassallo; e, a ben vedere, i nemici sono diversi (forse) ma i valori sono gli stessi: da allora non abbiamo smesso di considerarci cittadini e non sudditi, di volere uno Stato in cui la legge sia uguale per tutti, in cui vi siano, insieme, libertà e giustizia sociale. Ma la nostra realtà è, ancora oggi, ben diversa: anzi, negli ultimi decenni la nazione è regredita nell’odio, incrostata sempre più in mali secolari. Forse le emozioni civili (e fra esse metto la vergogna, la rabbia, l’indignazione) possono aiutarci a superare scetticismo e rassegnazione per impegnarci – e davvero credere – nel cambiamento, un cambiamento possibile qui ed ora. Soprattutto qui, soprattutto ora. (E se non ora, quando?)

(Francesca Inaudi interpreta Cristina di Belgioioso nel film Noi credevamo di Mario Martone)

1 commento su questo articolo:

  1. liliana scrive:

    Cara Rossella fra tanti pareri contrastanti il tuo coincide col mio, anch’io ho sentito le stesse emozioni, ma un po’ isolata dagli altri

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