meglio la confusione, che un cattivo ordine

11 novembre 2010 di: Simona Mafai

Non c’è dubbio che sono giorni di grande confusione politica, in Italia ed anche in Sicilia.

Schieramenti che sembravano solidissimi si rompono. Gruppi politici che per anni si sono sparati a vicenda (politicamente, s’intende) si avvicinano. Personaggi considerati rozzi, senza cultura né autocontrollo, assumono inopinatamente il ruolo di mediatori. Forse è inopportuno citare una famosa sentenza di Mao-Tse-Tung (la cui direzione politica peraltro produsse errori ed orrori) ma che contiene più che un briciolo di verità: «Grande è la confusione sotto il cielo…la situazione è ottima».

Sono quasi vent’anni che il timone del nostro paese è nelle mani di Berlusconi e Bossi. Ben argomentate denunce giudiziarie, critiche feroci (politiche e giornalistiche), diffusa disapprovazione morale e culturale non hanno scalfito questo potere. Che esso si disarticolasse dall’interno era forse l’unica via d’uscita da un immobilismo politico soffocante. Che questa disarticolazione induca altri pezzi della scacchiera politica a modificare la loro posizione, trovando contatti inaspettati e forse sorprendenti – è meglio dell’immobilismo del passato. Guardiamo dunque a ciò che avviene senza diffidenze o nostalgiche saggezze.

Le cose non possono tornare a trent’anni fa, per quanto giornalisti e politologi si affannino a trovare suggestivi paragoni con date anche più antiche (e sconosciute alla maggioranza dei cittadini): 24 luglio? 8 settembre? Ci vuole intelligenza, forza e coraggio politico a guardare al presente, alle nuove realtà sociali che si scontrano, alle esigenze impreviste emerse da tempo, alla necessità di individuare soluzioni ai problemi del tanto misterioso “bene comune”, che oggi va ridefinito – ed esige misure legislative e politiche inedite (anche impopolari?) che andrebbero prese con coraggio. Con protagonisti capaci di sondare e percorrere strade nuove, se necessarie, per dare risposte non rinviabili agli intorcinati problemi (economici, sociali, morali) che abbiamo di fronte.

(alberi o simulacri? confusione, da Zoo di Carlos Abalà e Ignasi Lopes)

2 commenti su questo articolo:

  1. ang. scrive:

    ma non ti sembra che si dovrebbe anche mettere ordine dal punto di vista di donne che sono ancora fantasmi in questa sopcietà siciliana e non solo? pensi davvero che non ci si debba chiedere da chi abbia preso i voti il presidente della regione sicilia? Io non mi allontenerei dalla nostra centralità . Ti ricordi la famosa centralità operaia? Bene mi pare che adesso la centralità delle donne non sia soltanto un rivendicazionismo ma anche soprattutto un nuovo modo di essere, di concepire l’etica, i rapporti umani, le relazioni. E bene fare chiarezza nella confusione politica sempre. E da questa partire

  2. Simona mafai scrive:

    Sì, hai ragione. Sarebbe bello che in mezzo a tutta questa confusione, si alzasse l’autorevole voce delle donne per indicare una strada di pulizia e di giustizia. Perché ciò non avviene? E’ una domanda che dovremmo farci tutte, guardando sinceramente dentro noi stesse ed anche coinvolgendo nella risposta amiche e compagne. Ci sono ormai in Italia molte donne autorevoli nella società, nella cultura,nella politica; il pensiero femminile autonomo, elaborato in alcune università ed in importanti riviste, è molto suggestivo e stimolante. Eppure, nei momenti decisivi delle crisi e dello sviluppo delle nostre comunità, esso non si fa sentire o non pesa. Un problema aperto, che tormenta molte di noi.

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