nel nostro piccolo
Noi siciliani, si sa, non ci facciamo mancare niente. Multiculturali per lunga tradizione, accogliamo allegramente tutto il meglio e tutto il peggio del mondo contemporaneo: aggiungendo, s’intende, qualcosa di nostro. Aggiornato, quindi, anche lo stile delle pubbliche relazioni durante le campagne elettorali: una “collaboratrice pentita” con un’ampia rete di contatti nel mondo politico, rivela alla Procura di Palermo che nel Trapanese, in prossimità delle elezioni regionali, si tenevano feste con escort e cocaina “della migliore qualità”, a cui avrebbero partecipato esponenti locali e nazionali del Pdl. Organizzatore, un trafficante di droga, ufficialmente impiegato comunale, su cui aleggia anche il sospetto di essere in rapporti d’affari con la mafia. Il che non stupisce in una provincia dalle molte risorse poco valorizzate, dove la mafia cerca di non farsi notare ma non per questo è meno potente e pervadente.
Così, vecchie e consolidate tradizioni locali si innestano in nuovi modelli di comportamento, modernamente al passo coi tempi: in Sicilia siamo “trendy”, altro che “arretrati”!
Viene alle labbra un sorriso amaro, che non può aiutare a superare la nausea che sale e l’angoscia che prende al pensiero che questi allegri utilizzatori finali, invitati ai festini dagli amici degli amici, hanno il potere di decidere sulle nostre vite, e da ciò che fanno, o meglio da ciò che non fanno, può dipendere il nostro lavoro, la nostra salute, il nostro futuro.
La speranza è che il disgusto sia contagioso, che si diffonda e si espanda fino a sommergere, ovunque, l’arroganza di chi crede che il potere renda tutto lecito.
(vignetta di Roberto Mangosi)