Stefania Prestigiacomo: come andrà a finire?
Le dimissioni della ministra Stefania Prestigiacomo dal moribondo partito Popolo della Libertà sembrerebbero fondarsi su buone ragioni, e proprio relativamente alle competenze del suo ministero. La rottura è avvenuta su una misura immessa – all’insaputa della Ministra – in coda a una legge “per la libera imprenditorialità”, per esonerare le piccole imprese dal dovere di denunciare “la tracciabilità” dello smaltimento dei rifiuti aziendali. La Prestigiacomo ha protestato, sostenendo che la misura rischia di favorire i traffici illeciti dei rifiuti tossici e contraddice il progetto di regolamentazione generale dello smaltimento dei rifiuti, su cui il Ministero dell’ambiente sta lavorando. Avendo il PD e l’IdV chiesto di rinviare in Commissione tale norma aggiuntiva prima di farla votare, la Prestigiacomo ha appoggiato tale proposta; ma quando questa, messa ai voti, è stata respinta (contrario tutto il gruppo PdL) ella ha abbandonato l’aula (sembra addirittura piangendo) ed ha annunciato le dimissioni dal suo partito “nel quale non si riconosce più”. L’episodio non può considerarsi occasionale. Esso si assomma ad uno scontro già avuto in Consiglio dei Ministri (la Prestigiacomo si è opposta al rinvio di un anno della messa al bando dei sacchetti di plastica) ed a un dichiarato disappunto per il recentissimo passaggio della gestione del Parco nazionale dello Stelvio alle province di Trento, Bolzano e a parte della regione lombarda.
Non sappiamo come andrà a finire la vicenda: se tutto rientrerà nell’ordine, o se la frattura si amplierà. Ci piace sottolineare le reazioni tipicamente maschiliste da parte dei deputati del suo gruppo. In particolare un ineffabile Giancarlo Lehner, qualificando ironicamente (e razzisticamente?) Stefania Prestigiacomo come la “deputata siculo-normanna” , ha sentenziato: “intelligenza politica e beltà non vanno sempre d’accordo”. Le donne, il loro aspetto fisico, costituiscono sempre un tormentone per gli uomini politici.