educazione sessuale per vecchi satiri

20 gennaio 2011 di: Silvana Fernandez

«No, non voglio vederlo! Ditelo ai gelsomini 
con il loro piccolo bianco!» ha scritto Federico Garcia Lorca nel Lamento per Ignazio Sánchez, e ogni volta che vedo una foto di Berlusconi, circondato dalle sue ancelle, questi versi mi tornano in mente. Assolutamente assurdo l’abbinamento perché, nelle storie italiane di questo tipo, non ci sono più né laceranti impulsi amorosi, né bianchi fiori profumati e, se analogia possiamo trovare con il mondo vegetale, è quella con le piante carnivore. Eppure io quel «No, non voglio vederlo» lo urlerei al centro dell’arena politica ma, soprattutto, in ogni redazione di giornale per far capire che questo continuo sbandieramento di minorenni, fa esasperare chi da tempo è oppositore di Berlusconi ma non intacca minimamente chi vota per lui. Non coinvolge nemmeno la sensibilità della chiesa che, per esempio, in questo momento in cui etica e buon gusto sono espatriati, dal pulpito consiglia di non mettere ai propri figli nomi strani come Chantal o Kevin, facendoci pensare che forse lo scandalo non è nelle serate da vecchi satiri ma nel nome Ruby. Parlare di Ruby del resto è come giocare al rialzo, più le cose appaiono provabili, più il premier mischia le carte, fa uscire dal cappello una sua ipotetica fidanzata (affetto duraturo) anche lei tanto buona da consentirgli di fare elemosine e atti di generosità alle lavoratrici dello spettacolo, che vivono una vita più disagiata della classe operaia. La quale, come disagi ne ha avuti sempre tanti, ultimo l’oblio da parte del governo. Tutto quello che il governo dimentica, lo dimentica anche papa Ratzinger. Ora che gli occhi sono puntati su Mirafiori e sull’ennesimo caso Ruby, l’unico proclama del papa è stato «l’educazione sessuale è un pericolo per la fede», cosa non pertinente con la disoccupazione mentre lo è con la perversione di questi piccoli, anche per altezza, signori della terza o anche della quarta età, a cui sembra proprio sia mancata una giusta educazione sessuale, così da scambiare la libertà con strane ammucchiate.

In verità l’unica libertà che ci hanno riservato, questi ultimi decenni, è quella di poter comprare tutto: a rate, in contanti, via mail e così via. Il fatto che tutto abbia un prezzo ci rassicura, anche se continua ad aumentare. Non tutto però è aumentato, il valore del lavoro sia a Mirafiori sia altrove è diminuito. Purtroppo c’eravamo già resi/e conto quanto fosse diminuito il valore della persona. L’unico costo che continua a lievitare è quello della carne umana esposta in televisione, in discoteca, in qualunque luogo pubblico, quella più siliconata, plasmata secondo i gusti del potere. Le modalità sono sempre le stesse, vecchie di millenni, ma sono i ruoli ad essere cambiati. Prima era la fanciulla che veniva data in pasto al mostro mentre ora è lei che mangia il mostro, lo ricatta, lo strumentalizza e come effetto collaterale immobilizza una nazione. No, io non voglio più parlare di Ruby, di Noemi, di Nicole né di altre ancora. Vorrei fare, però, una domanda alle alte gerarchie della chiesa: «Come mai invece di pretendere aule, banchi e banchetti anche a ogni angolo di strada per insegnare etica ed educazione sessuale fate una campagna contro, proprio ora che il potere è in mano a gente affetta da satiriasi compulsiva? Va bene indicare come unica soluzione il paradiso, ma non pensate che meritiamo qualcosa di più vicino e concreto?»

(Giulio Carpioni, 1613-1679, Pan e ninfa, 1671)

4 commenti su questo articolo:

  1. Paolo.R scrive:

    Finalmente si parla di questi moniti del vaticano,l’articolo è buono ma sopratutto per la derisione del vaticano che si intrufola in tutto tranne quando deve parlare di cose serie!

  2. elisabetta. scrive:

    Un umorismo sempre più amaro, ma il problema non è in quello che la chiesa dice ma come lo dice, comunque l’articolo è come sempre pieno di leggerezza…puntualmente drammatica.

  3. Nina scrive:

    La situazione rappresentata molto bene da chi scrive è realmente drammatica. Personalmente ci
    ò che ritengo di maggiore difficoltà è la soluzione del problema; continuiamo a ripeterci le stesse cose,senza uscirne, tuttavia il poterne parlare è già di per se consolante

  4. cettina scrive:

    E’ la prima volta che ti leggo, ti conosco bene ed, anche se il tuo articolo vuole dare un taglio ironico, tocca le corde più profonde, spero di leggere presto gli altri.

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