la rivolta in nome del pane, vien da lontano

19 gennaio 2011 di: Marcella Geraci

Le valenze simboliche del cibo non appartengono solo alla sfera religiosa, come ricordano le feste appena trascorse e le ricorrenze in genere. Certo le minne di Sant’Agata riscrivono la storia della santa con la glassa e la ricotta, mentre l’agnello di pasta reale segna la fine della Quaresima e l’avvento della Pasqua. Così molte altre specialità della gastronomia e della pasticceria uniscono cultura materiale e dimensione spirituale, tracciando il limite tra giorni di festa e normalità.

Ma i fatti di Tunisia e Algeria restituiscono al pane l’immagine di icona delle rivolte popolari, il suo ruolo di simbolo delle rivendicazioni sociali. Di fronte agli sciagurati aumenti dei prezzi del pane e dei generi di prima necessità imposti ai due paesi maghrebini dai rispettivi governi, il ricordo più vivo, sebbene poco adatto all’attuale situazione africana, è il manzoniano assalto al forno delle Grucce. Due gli elementi che assimilano il Capitolo XII dei Promessi Sposi alle proteste deflagrate in Tunisia (di cui non ci si occupa vista la piega assunta dalla rivolta) e in Algeria: il pane e la folla.

Ma il richiamo al tumulto di San Martino del 1628, in rapporto alla ribellione scoppiata ai giorni nostri nella capitale Algeri e nelle città di Tipaza, Djelfa, Blida, Orano e Ouargla, rischia di rimanere un accostamento superficiale se non si mette in luce la vera utilità di questi salti temporali, forse un po’ azzardati. Rievocare la folla manzoniana che insorge per il pane può essere un utile spunto per affrontare la realtà maghrebina attuale e le mosse da cui ha preso piede la rivolta del popolo algerino.

Cosa ha significato ribellarsi per quattro giorni ad un aumento del 20 e 30 per cento del carovita, ed ottenere dal governo di Algeri la possibilità di varare misure urgenti per calmierare i prezzi? Forse togliere il velo ad un paese ricco di contraddizioni, spesso ricordato per le risorse petrolifere e le riserve in valuta che seguono l’aumento del prezzo dell’oro nero. Un paese in continua espansione, che oggi balza agli onori delle cronache per chiedere lavoro e condizioni di vita migliori. Per chiedere pane!

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