la scopa della Befana

6 gennaio 2011 di: Marcella Geraci

La scopa della Befana spazza via gli ultimi giorni di festa e le tavole imbandite e decorate lasciano il posto al pranzo veloce di ogni giorno, prima di tornare al lavoro.

Basta alberi di Natale e luminarie nelle vie principali, dolci della tradizione, zampone, lenticchie, tavoli da gioco, parrucchiere ogni settimana e paillettes. Tutti riprendono regolarmente le loro occupazioni quotidiane e affrontano la dura dieta per smaltire i chili di troppo, presi durante i pranzi e le cene da amici e parenti. Insomma, ce ne vorrà prima di darsi di nuovo ai bagordi.

Se per molti la festa ha significato riposo e divertimento, per tanti è stato un periodo di lavoro a tempo pieno e orario continuato. Pasticcieri, torronari, ristoratori, parrucchieri e negozianti: forse per loro ci vorrebbero un Natale e un Capodanno a parte. Ma è difficile immaginare una festa in cui nessuno prepari dolci, venda regali o vestiti da indossare nelle serate più importanti. Una festa senza la frenesia del comprare (per scartare) i regali e in cui nessuno sia disponibile a cucinare, truccare o fare la piega.

Allora, per non dimenticare quelli che hanno lavorato nei giorni di un Natale 2010 scosso dal vento della crisi economica, ci si può solo chiedere come siano andati gli affari. Niente naufragio delle vendite ma neanche spese folli secondo Confcommercio. Per Federconsumatori e Adusbef le spese natalizie degli italiani hanno invece registrato un calo del 12 per cento. Insomma, se l’Inghilterra del banco dei pegni al supermercato è ancora lontana, non possiamo comunque dire di aprire con leggerezza il borsellino.

Malgrado le rassicurazioni del governo, l’ottimismo di un tempo è sempre più remoto.

4 commenti su questo articolo:

  1. Grazie Marcella per aver pensato a noi lavoratori instancabili delle feste, io ho una trattoria piccola ma per fortuna sempre piena, oggi giorno dopo la befana io sembro una befana, e le mie gambe zampe di elefante.

  2. susanna scrive:

    il lavoro sotto le feste (ho un negozio di abiti) è più faticoso in questo periodo anche se è una benedizione, i clienti nervosi fanno scendere scaffali interi per poi scegliere mutandine rosse… soldi no ne girano e trattano sul prezzo pretendendo saldi anche se ancora non possiamo farli, molti colleghi li fanno peggiorando la situazione di chi è conforme alla legge. Ho lavorato con pochi risultati ma moltissimo.

  3. monica scrive:

    perchè non parlare di noi medici in corsia o al pronto soccorso per Natale, o Capodanno?

  4. Marcella Geraci scrive:

    Ringrazio io. Ricordare chi lavora nelle pasticcerie, nei ristoranti e nei negozi di abbigliamento era doveroso.

    Certamente ( e ringrazio per il suggerimento) il ruolo svolto dai medici e da chi si occupa di sanità e sicurezza anche sotto le feste è determinante per il benessere di tutti. Ma quanti ancora è opportuno ringraziare per il loro lavoro nei periodi festivi?

    E’ il dialogo con i visitatori che permette sempre di accorgerci dei nostri limiti.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement