memorie di giorni terribili

28 gennaio 2011 di: Angela Lanza

Per il giorno della memoria appena trascorso, vorrei ricordare il rastrellamento degli ebrei avvenuto alle cinque della mattina del 16 ottobre 1943, a Roma. Il quartiere ghetto fu completamente circondato da circa centocinquanta SS e dai soldati della Wehrmacht che in due ore rastrellarono mille e ventidue ebrei che fino a quel momento si erano illusi sulle intenzioni dei fascisti e dei tedeschi. Li snidarono casa per casa, buttandoli giù dal letto, trascinandoli via senza dare a molti nemmeno il tempo di vestirsi. Mille e ventidue ebrei fra donne uomini e bambini furono stipati sui camion e portati alla Scuola Militare senza cibo né assistenza. Da quella tragica deportazione tornarono soltanto dodici uomini e una donna.ss, memoria

Carla Capponi nella sua bellissima autobiografia Con cuore di donna, edito da il Saggiatore, racconta che li vide partire il giorno dopo dalla stazione Tiburtina dentro diciotto vagoni piombati – furono in molti ad accompagnarli pietosamente nell’inutile tentativo di potere fare qualcosa per loro. Carla, ogni volta che doveva intraprendere un’azione di guerra contro fascisti e tedeschi, avrebbe ricordato una bambina neonata in braccio alla madre fra le deportate, in questo suo unico e ultimo viaggio verso la camera a gas. E questa visione sarebbe stata per tutto il periodo in cui lottò contro l’occupazione tedesca, un tormento cocente.

Nel libro che invito a leggere, è sbalorditivo il numero di donne che ebbero parte attiva e incarichi importanti nella resistenza romana. Fra di loro spicca Adele Bei e molte operaie della Manifattura tabacchi e della Snia Viscosa insieme a insegnanti, dattilografe, universitarie.

Di queste donne che furono il tessuto portante di quella resistenza e agirono anche in prima persona nella lotta armata, non si è parlato abbastanza.

(il ghetto ebreo a Roma, nel 1943)

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