morire di pace in Afghanistan

21 gennaio 2011 di: Leontine Regine

Durante la Missione di Pace in Afghanistan, l’Italia ha subito, ancora una volta, una perdita.

Un altro giovane soldato è stato ucciso, mentre puliva il suo fucile, da un talebano travestito da soldato afghano. La vita dei soldati è stata sempre a rischio, durante tutte le guerre, ma questa è la più insidiosa e ambigua. Durante una missione di pace, ma vale anche in guerra, un soldato viene ucciso da un nemico che si finge amico. Mai esercito, seppure armato fino ai denti, apparve più indifeso, vittima di continui agguati e imboscate. I nostri soldati non sembrano essere lì per difendere, quanto a difendersi. Non sanno da dove può arrivare la morte: se salteranno in aria per una mina sotterrata lungo la strada o da un kamikaze travestito e imbottito di esplosivo. O se saranno raggiunti da un proiettile mentre si rilassano “al sicuro”, nel loro accampamento.

Abbandonare un paese martoriato come l’Afghanistan, in mano a bande di primitivi fondamentalisti talebani non è giusto, né utile per la comunità internazionale, di cui anche l’Italia fa parte. Ma questa guerra logorante e inefficace, può durare anche cento anni ancora.

I talebani hanno a loro vantaggio la conoscenza minuziosa del territorio e tanta gente da arruolare, sia con la paura che con il convincimento. Dobbiamo rassegnarci a questo lungo e continuo stillicidio per partecipare a questa infinita, finta, Missione di Pace?

1 commento su questo articolo:

  1. Paolo.R scrive:

    Donne di mezzocielo dovreste parlare più e più volte di questo scempio bellico detto missione di pace, anche se gli altri giornali lo accennano, appena voi parlatene, vi seguo da sempre ed ho notato che non lo fate.

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