si ai diritti, no ai ricatti, un appello

9 gennaio 2011 di: mezzocielo

Il sottostante appello, firmato da Andrea Camilleri, Paolo Flores D’Arcais e Margherita Hack e già sottoscritto da oltre duemila persone sul sito della rivista MicroMega, propone il molto dibattuto tema se la posizione della Fiom sia ancorata a schemi non più sostenibili nell’era del mercato globale, o se viceversa la condizione di vita dei lavoratori resti prioritaria rispetto ai totem Profitto, Mercato, Globalizzazione, Delocalizzazione. Lo proponiamo integralmente alla vostra riflessione, perché prendere posizione significherà aderire all’una o all’altra delle due visioni del mondo moderno.

«Il diktat di Marchionne, che Cisl e Uil hanno firmato, contiene una clausola inaudita, che nemmeno negli anni dei reparti-confino di Valletta era stata mai immaginata: la cancellazione dei sindacati che non firmano l’accordo, l’impossibilità che abbiano una rappresentanza aziendale, la loro abrogazione di fatto. Questo incredibile annientamento di un diritto costituzionale inalienabile non sta provocando l’insurrezione morale che dovrebbe essere ovvia tra tutti i cittadini che si dicono democratici. Eppure si tratta dell’equivalente funzionale, seppure in forma post-moderna e soft (soft?), dello squadrismo contro le sedi sindacali, con cui il fascismo distrusse il diritto dei lavoratori a organizzarsi liberamente.

Per questo ci sembra che la richiesta di sciopero generale, avanzata dalla Fiom, sia sacrosanta e vada appoggiata in ogni modo. L’inaudito attacco della Fiat ai diritti dei lavoratori è un attacco ai diritti di tutti i cittadini, poiché mette a repentaglio il valore fondamentale delle libertà democratiche. Ecco perché riteniamo urgente che la società civile manifesti la sua più concreta e attiva solidarietà alla Fiom e ai lavoratori metalmeccanici: ne va delle libertà di tutti».

(per firmare l’appello La società civile con la Fiom, andare al sito micromega-online)

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