storia d’amore di fascio e martello

1 febbraio 2011 di: Rosanna Pirajno

Che strana la vita. Mentre la stampa governativa si accanisce a trovare un neo nella vita cristallina di Ilda Boccassini, la “nemica giurata” della corte berlusconiana che ha “osato” frugare nei comportamenti del sovrano, e lo scova in un remotissimo bacio rubato ad un «giornalista di sinistra», nessuno dei segugi di destra si interessa alla notizia bomba che circola già da qualche tempo grazie ad un documentatissimo libro. Marcello Sorgi, giornalista palermitano emigrato al nord ma sempre legato alla sua terra, ha scoperto in quel di Lipari un clamoroso carteggio amoroso tra Edda Ciano, la figlia del Duce che finì confinata sull’isola eoliana nel 1945, e il locale capo del Pci, il comunista tutto d’un pezzo Leonida Buongiorno di cui si innamora, corrisposta (Edda Ciano e il comunista, Rizzoli 2009).

La loro storia impossibile superò, incredibile solo a pensarsi, posizioni politiche antitetiche, differenze di classe, retaggi culturali, maldicenze paesane e comprensibili gelosie di fidanzata e poi moglie, per lasciare affermare l’attrazione (fisica? intellettuale? degli opposti?) che li tenne uniti sull’isola da settembre del 1946 a luglio 1947, ma che durò ben oltre nei decenni successivi in cui si scrissero e si rincontrarono persino a Lipari, dove Edda tornò negli anni settanta a consacrare il muro-monumento che lui divenuto sindaco aveva eretto a segno del passaggio della speciale ospite e, neppure tanto segreta, amante. Sul suolo siciliano, dove resistono tuttora, e nel cuore di un comunista che non si dimostra tetragono al fascino del fascio sotto mentite spoglie, anzi aperto ed evoluto anche più degli attuali “rottamatori” del Pd, la spregiudicata figlia del mai rinnegato babbo lasciò tracce di cui la destra dovrebbe andar fiera. E profittarne pure.

Una occasione perduta a destra per spiattellare, sui giornali del capo caricati a palate di fango versus i dissenzienti, la subordinazione di uno sprovveduto comunista al fascino della specialissima confinata fascista che, a saperlo, avrebbe canticchiato a mezza voce con Tenco «mi sono innamorata di te, perché non avevo nulla da fare…» ma di cui lui, già mangiatore di bambini, sarebbe divenuto succube.

Peccato, palle infuocate sprecate per sparare a salve sulla giudice “impicciona”.

(Edda Ciano in visita ufficiale in Cina e la copertina del libro di Marcello Sorgi)

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