in tempi di magra, niente tagli ai privilegi dei parlamentari

28 marzo 2011 di: Anna Trapani

Mentre i venti di guerra si trasformavano in bombe e il disastro naturale in Giappone apriva le porte a quello nucleare, i nostri parlamentari pensavano bene di aumentarsi lo stipendio, naturalmente all’unanimità. Questo almeno quanto circola con insistenza su internet da qualche settimana, riprendendo un breve articolo comparso su L’Espresso. Se la cosa fosse vera sarebbe di una gravità inaudita ancor di più perché camuffata in modo tale da non trovarsi scritta in nessun verbale ufficiale.

Facciamo, comunque, un po’ di conti. Lo stipendio mensile di ogni parlamentare è di 19.150,00 euro; quello base ammonta a 9.980,00 euro. Per i fuori sede vi è un rimborso per le spese di affitto pari a 2.900,00 euro circa. Ai portaborse (solitamente scelti tra amici o parenti) vanno 4.030,00 euro al mese. Da 335,00 a 6.455,00 euro è l’indennità di carica. Non c’è bisogno di precisare che tutto è esentasse. Ma vi è di più perché una miriade di cose piccole e grandi ai nostri deputati spettano gratis: cellulare, francobolli, tessere di teatro, cinema e autobus, viaggi nazionali in aereo, ferrovie dello Stato, cliniche, piscine e palestre, assicurazioni infortuni e sulla morte, ristorante… I privilegi aumentano, chiaramente, per chi ha ricoperto cariche istituzionali. Irene Pivetti, ad esempio, in qualità di ex Presidente della Camera gode a tuttoggi gratis di una segretaria, un ufficio, una scorta e un’auto blu. Ci domandiamo perché in altri paesi, finito il mandato parlamentare l’ex deputato debba tornare alla sua attività originaria e qui, invece, i privilegi abbondano sempre, naturalmente sulle nostre spalle di contribuenti.

A conti fatti la Camera dei Deputati ci costa al minuto 2.215,00 euro. Da tempo, troppo, si parla senza successo di diminuire il numero dei deputati; forse la strada maestra è scalare i privilegi per rendere meno appetibile lo scranno di deputato. Ciò non vuol dire che un certo numero di loro non onorino il mandato conferito dagli elettori, ma la misura dei privilegi è davvero colma. Un tempo, nell’antica Grecia, era un onore e non un privilegio servire la polis rivestendo una carica pubblica. E ad Atene regnava Giustizia!

3 commenti su questo articolo:

  1. ornella scrive:

    Cara Anna Trapani, circa 5 anni fa, in un convegno che riguardava la condizione della “Istituzione Scuola”, (erano tempi in cui non si vedeva all’orizzonte la Dott.ssa Gelmini) azzardai una provocazione ai politici presenti, uno è ancora onorevole a Roma, “perché non rinunciate, voi del PD, ad una quota dei vostri privilegi, per creare un fondo per la Cultura?”.
    Mi guardarono come una appena uscita da un Trattamento Sanitario Obbligatorio. Più dura con me, fu una donna che era la responsabile della Cultura nella CGIL. Mi disse, davanti a tutti: “ma Lei chi si sente, Ilvo Diamanti (famoso Sociologo)?
    Ero abbastanza grande da non offendermi, ma sicuramente loro non ci hanno fatto una gran bella figura!
    Ed infatti si possono vedere i risultati!…
    Con rispetto, Ornella

  2. lucilla scrive:

    Ciao Anna i tuoi articoli mi piacciono perchè parlano di cose basilari che come opposizioni dovremmo gridare davanti le case del premier,ne abbiamo un’altra a Lampedusa sono cose importanti che delineano un governo,anzi un malgoverno, come pochi ne esistono in Europa, sapevate che come indice di attenzione negativa davanti alla comunità europea è uguale all’Ungheria e alla Moldavia?

  3. anna trapani scrive:

    Care Ornella e Lucilla,
    grazie per i vostri graditissimi commenti che ci sono di stimolo a continuare con sempre maggiore interesse. Intervenite quando volete anche con suggerimenti che possono essere preziosi. Un caro saluto e…..continuate a seguirci!

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