Gente di qualit

11 aprile 2011 di: Ricerca Fotografica -testo di Mariachiara Di Trapani

Piscina disegnata da Alain Capeilleres, La Brusc, France 1976. Foto di Martine Franck

E’ una delle sue  foto più note. Un’ immagine in cui la composizione geometrica delle linee e delle ombre si amalgama alla morbida eleganza dei gesti e delle sinuose curve della piscina e delle persone ritratte. Un omaggio- per lei laureata in storia dell’ arte con una tesi sull’ influenza del cubismo nella scultura- alla pittura di De Chirico.

“ Mio nonno morì cadendo dalla diga di Ostend mentre stava fotografando i miei due cugini. Questo può accadere facilmente quando guardi attraverso una lente  : per una frazione di secondo non esiste altro fuori dall ‘inquadratura- obiettivo…”

E’ interessante la storia personale e professionale della fotografa Martine Franck  ( 1938). Si forma tra gli Stati Uniti -dove la sua famiglia di origine belga si rifugia durante la II guerra mondiale- l ‘ Inghilterra e la Spagna. Nel 1963  si trasferisce  a Parigi dove inizia a lavorare come fotografa free-lance per Time-Life e come assistente del fotografo Gjon Mili. Realizza per Vogue i suoi primi servizi, ritratti di artisti, scrittori e una serie di ritratti femminili. Dal 1964 è la fotografa ufficiale del Théâtre du Soleil. Nel 1970 sposa Henri Cartier-Bresson. E’ tra le fondatrici dell’ agenzia fotografica Viva nel 1972. Dal 1983 è una delle quattro donne ( su 44 fotografi) membro della . Grande viaggiatrice ha realizzato progetti di solidarietà a sostegno delle donne e contro la povertà infantile in giro per il mondo.

Di lei stessa dice “ Ero una giovane ragazza molto timida…la fotografia mi ha dato un lasciapassare adatto ad ogni circostanza. Un modo di vivere che si è sposato con la mia curiosità sulle persone e le vicende umane”

Il centro della sua ricerca nel suo variegato lavoro è il ritratto, o meglio il reportage umano ed il paesaggio sociale. La descrizione della semplicità dei gesti quotidiani, delle differenti culture e dei diversi stili di vita sociali. Ha realizzato reportage sulle antiche comunità gaeliche irlandesi, e dedicato molti anni ad un progetto tra India, Tibet e Nepal per raccontare  la vita e l’ educazione che i monaci Tulkus impartiscono ai bambini considerati la reincarnazione del Buddha all’ interno dei loro monasteri.

Della fotografia dice che le piace “… il momento preciso che non può essere anticipato; bisogna stare sempre all’erta, pronti ad afferrare l’inatteso…la parte inattesa della realtà che costantemente ci sorprende, ci spiazza. In fondo, credo che questo sia il motivo per cui non mi annoio mai di fotografare” (…)

Oggi continua a fotografare e ad occuparsi della fondazione Cartier-Bresson attraverso cui promuove oltre alle opere del marito, il lavoro di giovani artisti e fotografi.

Per info. http://www.henricartierbresson.org/index_en.htm

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